“La legge sull’equo compenso in
discussione in Commissione Giustizia al Senato, così come
impostata, rischia di produrre seri danni alle Casse
previdenziali”. È l’allarme lanciato da Tommaso Nannicini,
presidente della Commissione bicamerale per il controllo
sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di
previdenza e assistenza.

“A destare preoccupazione – precisa Nannicini – è il sistema
sanzionatorio previsto dalla legge a carico dei soli iscritti
agli ordini che accettano compensi sotto la soglia dei parametri.
È noto, infatti, come sul mercato dei servizi professionali,
penso per esempio a commercialisti e consulenti del lavoro, ma
non solo, agiscano in concorrenza tra loro sia professionisti
iscritti agli ordini sia non iscritti, oltre che società di
servizi e di consulenza, anche a proprietà straniera. Se, come fa
la legge, si stabilisce che in relazione alle medesime attività
alcuni operatori godono di piena libertà negoziale mentre altri
ne vengono limitati, è chiaro che questi ultimi rischiano di
essere penalizzati o addirittura espulsi dal mercato”.

“Un processo – conclude Nannicini – che avrebbe conseguenze
nefaste sul sistema delle Casse previdenziali perché favorirebbe
la traslazione di molte attività dai professionisti iscritti agli
ordini verso altri soggetti, finendo per pesare gioco forza sui
bilanci degli enti. Sarebbe un paradosso se una legge ispirata
all’equo compenso finisse per penalizzare proprio quelli che
vogliamo tutelare, per di più con effetti perversi sulla tenuta
del sistema previdenziale. Spero che il Senato valuti il rischio
e vi ponga rimedio”.


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