Per limitare la prostituzione di strada, il Comune di Roma vuole concentrarla in alcune zone, come hanno già tentato di fare altre città, prima fra tutte Venezia/Mestre. Nello stesso tempo, alcune proposte di legge vorrebbero legalizzare pienamente anche in Italia la compravendita di prestazioni sessuali, seguendo l`esempio di Paesi come l`Olanda e la Germania. L`Italia dovrebbe affrontare con lungimiranza la questione prostituzione, perché è da11958 che il Parlamento non ne discute.
Tuttavia, la legalizzazione non è l`unica strada possibile. Paesi all`avanguardia nell`emancipazione sessuale e nei diritti civili seguono il cosiddetto «modello svedese», adottato – sulla spinta dei movimenti femministi – in Svezia dal 1999 e successivamente in Islanda e Norvegia.
Questi Paesi sanzionano chi acquista prestazioni sessuali (ma non chi vende sesso): non per moralismo o paternalismo, ma perché comprare sesso è considerato violenza contro la persona, anche quando il/la sex-worker afferma di svolgere tale attività per scelta. Nei Paesi citati, questa legislazione è integrata con l`accompagnamento e l`assistenza verso chi vuole lasciare il lavoro del sesso. Le prime ricerche sull`effetto di queste leggi sono incoraggianti, poiché si rileva una significativa riduzione del fenomeno, specialmente in strada. In Svezia nel 1995 operavano circa 3.00o prostitute/i, mentre nel 2008 stime analoghe parlano di 3oo prostitute/i in strada e 35o in casa. La Svezia avrebbe un decimo delle/dei prostitute/i della Danimarca, a fronte di una popolazione quasi doppia. Inoltre, il numero di uomini che riferisce di aver comprato sesso scende dal13% del1996 all`8% del 2008, e gli uomini svedesi favorevoli alle sanzioni verso i clienti passano dal 20% del 1996 al 6o% del 2008.
Quindi, se l`obiettivo è ridurre la prostituzione e ridimensionare tutto il mondo di sfruttamento che ci gira attorno, la strada seguita dalla Svezia sembra essere quella giusta.

Ne Parlano