“Quello a cui stiamo assistendo è la concretizzazione dell’Italia della presidente Meloni: una sola donna al comando, le altre scompaiono, mentre di continuo viene messa in discussione la loro libertà di scegliere sul proprio corpo, di essere o non essere madri, di lavorare e affermarsi. Arriva in Senato il Dl Pnrr, che ne è ulteriore prova. Non solo è stato progressivamente stravolto l’impianto del Piano di ripresa e resilienza, che voleva rendere questo paese più giusto, con maggiori servizi per l’infanzia, obiettivi per l’occupazione femminile e parità di genere, ma si fa un affondo gravissimo con un emendamento, presentato da un uomo, tutto rivolto a rendere l’interruzione volontaria di gravidanza un percorso a ostacoli, di cui le donne devono sentirsi colpevoli. Un fuori programma, che con il Pnrr non c’entra nulla, ma ci dice quale idea di paese questa destra vuole affermare”. Lo dice la senatrice del Pd cecilia D’Elia. “Del resto – prosegue D’Elia – lo abbiamo visto con l’uso spregiudicato del servizio televisivo pubblico, e il ritorno alla grande dei manel, nonostante il memorandum ‘No women no Panel’, che dovrebbe impedirli. Ieri, ad esempio, a Porta a Porta, su Rai 1, con solo uomini invitati a parlare, Vespa ha pensato di poter discutere di aborto. Gravissima la scelta del nuovo Consiglio di amministrazione dell’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, ovvero l’organo, controllato dal Ministero della Salute, che è l’autorità competente per l’attività regolativa dei farmaci, che si è insediato ieri. Tutti uomini. Faremo una opposizione determinata, su Pnrr e gli obiettivi traditi, l’autodeterminazione delle donne attaccata, dentro all’aula e fuori. Hanno chiesto la fiducia, sfiduciamoli nel Paese. Lunedi sarò al presidio con la rete dei consultori per dire che nessun passo indietro è ammissibile”.


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