“Boicottare l’educazione affettiva e sessuale nella scuola. Questa è la linea del governo e della maggioranza che tradisce anche il voto espresso dal parlamento, distraendo i fondi, che le opposizioni hanno voluto destinare alle scuole per l’educazione sessuale, verso la formazione del corpo docente sull’infertilità. Una decisione che smaschera le reali intenzioni del governo, prigioniero delle associazioni provita: disattendere la richiesta, che viene dal mondo della scuola e dalla società tutta, di percorsi nelle scuole di educazione sessuale, di contrasto agli stereotipi di genere. Un approccio tutto ideologico che contravviene la stessa Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel giugno del 2013, e che incoraggia gli Stati a mettere in campo politiche e strategie nazionali sul piano culturale ed educativo per eliminare la violenza contro le donne e cambiare la cultura che vi sottende. Ancora una volta il governo porta l’Italia lontano dai paesi europei, dove percorsi educativi su sessualità e affettività sono stati sviluppati da anni e fanno parte della formazione dei ragazzi e delle ragazze, condividendo con le nuove generazioni un nuovo vocabolario, un nuovo e più rispettoso sguardo di genere. Nel nostro paese, invece l’enorme questione culturale resta appannaggio dell’impegno e della sensibilità di tante scuole e associazioni, centri antiviolenza e consultori. Su questo terreno non intendiamo fare neanche un passo indietro, perché è una questione fondamentale che riguarda i diritti e il pieno esercizio di cittadinanza delle donne in questo paese. Chiediamo perciò che vengano messe in discussioni subito le proposte di legge per l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole, che giacciono nei cassetti di Camera e Senato”.
A dichiararlo è Cecilia D’Elia senatrice pd, vicepresidente della commissione sul femminicidio e capogruppo in commissione scuola