“Proprio non ci riescono a non colpevolizzare le donne.
La violenza è sempre un po’ colpa loro. Non uscire da sole, non andare dove è buio, non vestirti in modo provocante.
Adesso ce lo spiega anche Giambruno: se non ti ubriachi non ti stuprano
Hai tutto il diritto di ubriacarti ma se eviti di farlo…
E niente, alla fine si giudicano le donne e i loro stili di vita.
Non è possibile, non è più tollerabile.
È una concezione sbagliata del rispetto e della libertà delle persone. E un’idea di educazione che va esattamente nel senso contrario a quello che serve. A Giambruno dico quindi che occorre educare i ragazzi al rispetto, non le ragazze alla prudenza, insegnare loro il valore del consenso, non alle ragazze quello della diffidenza, ma il diritto all’esistenza libera e non il comportamento dimesso. Se una ragazza alza un po’ il gomito può aspettarsi un mal di testa, non uno stupro”. Così la senatrice del Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione d’inchiesta sul Femminicidio.


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