Ci sono due grandi sfide da affrontare, «la crisi della democrazia» e quella del «senso comunitario». «I partiti da soli non ce la fanno, serve una mobilitazione forte, popolare », dice Graziano Delrio, senatore del Pd, ex ministro e, soprattutto, riferimento dell`associazione Comunità democratica, che domani vivrà un`attesa assemblea pubblica a Milano, evento preceduto nelle ultime settimane da un intenso dibattito sul rilancio del ruolo dei cattolici in politica.
Il 18 gennaio rievoca l`appello ai liberi e forti di Sturzo…
La data del nostro incontro ovviamente non è casuale. Ma io direi che oggi serve un appello “ai liberi e ai deboli; dove i deboli siamo noi, siamo tutti noi che giorno dopo giorno stiamo cedendo il controllo del mondo, anche e soprattutto del mondo democratico, a quattro ricconi della California. Se non c`è una vera risposta “patriottica`, italiana ed europea, rischiamo di essere spazzati via.
La vostra iniziativa sembra dire, al Pd e al centrosinistra in particolare, ma anche a più ampio raggio, che il cattolicesimo politico è un argine irrinunciabile per vincere la doppia sfida democratica e comunitaria…
Come associazione abbiamo osservato la grande vitalità civica e patriottica della Settimana sociale di Trieste. Abbiamo visto un importante movimento dal basso, abbiamo ascoltato un grido degli amministratori impegnati nelle realtà locali e riteniamo che la politica non possa essere distratta quando energie così importanti si mostrano capaci di leggere la nuova realtà che abbiamo di fronte.
Serve un partito per canalizzare queste energie?
Per me il discorso è da ribaltare. Serve tornare a produrre cultura. Senza cultura non c`è politica. Meno che mai partiti veri, in grado di rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità. La crisi della politica non si risolve serrando i gruppi dirigenti, ma riconnettendosi con i mondi vitali, con le associazioni, con gli amministratori, con chi risolve problemi importanti ogni giorno e lo fa non solo per una capacità tecnica, ma per una tensione morale, etica, per una visione del mondo.
Comunità democratica vuole dunque produrre cultura dentro il Pd e il centrosinistra? Non è un attrattore per una nuova offerta politica?
Ho parlato di questa iniziativa alla segretaria Elly Schlein e al presidente Stefano Bonaccini, mi hanno incoraggiato entrambi. Non ci sono ambiguità sulle finalità. Sono impegnato politicamente nel centrosinistra e in un partito, il Pd. In questo campo ci deve essere ascolto pieno per tante forze che conoscono i pericoli dei sovranismi e dei nazionalismi, che si impegnano ogni giorno per la pace e la giustizia sociale. Voglio, vogliamo svolgere questo servizio di “connessione” in modo trasparente, nel campo politico in cui siamo. Perciò dico: non ci sono ambiguità, secondi fini, terze vie.
A Milano, oltre a Prodi (video-collegato), Castagnetti e altri protagonisti del cattolicesimo popolare, ci sarà anche Ernesto Maria Ruffini, “indiziato” ora come possibile federatore del centrosinistra ora come calamita per un nuovo movimento politico.
Ruffini è nel programma perché è un intellettuale, una personalità di valore, un servitore dello Stato. Ha condiviso tanti pezzi di cammino con noi, è questo il motivo per cui è stato invitato. Chi conosce le tappe precedenti del percorso, non si meraviglia affatto della sua presenza né può dare significati che vadano oltre. Le scelte che poi farà saranno sue, e io le rispetterò.
In contemporanea ci sarà anche l`iniziativa a Orvieto di Libertà Eguale. Vivrete un momento in videocollegamento. Sono possibili punti di connessione tra i due movimenti?
Anche Libertà Eguale produce cultura, è un servizio importante. Ci sono sensibilità diverse ma ascoltarci tra di noi è fondamentale.
Senza nascondersi, senatore, sono mesi in cui si è raggiunta la consapevolezza che il cattolicesimo democratico è al bivio: o riprende presenza, o diventa nostalgia. Lei cosa vede?
Trieste ha dimostrato che un fuoco, una brace c`è, in particolare tra i giovani e le donne. Il compito della politica è ravvivare questa brace. Quello che è certo, è che non possiamo più limitarci a custodire la cenere.
E Comunità democratica in che modo lo farà?
A Milano metteremo nero su bianco che questo evento è solo l`inizio. La risposta che abbiamo avuto, l`attenzione, le domande, anche le critiche dimostrano che non bastano giuste celebrazioni dei grandi padri del passato, ma serve vivere con coraggio il tempo presente. Far uscire la brace dalla cenere. Noi faremo la nostra parte.


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