Senatore Graziano Delrio, gli addii al Pd iniziano a non essere più un fatto isolato. Che succede?
«Quando qualcuno se ne va bisogna sempre porsi delle domande, non rallegrarsi o pensare semplicemente che sta sbagliando. Certo è un errore abbandonare un grande partito popolare, che è l`unico strumento per fare le riforme e cambiare il Paese, ma credo anche che il gruppo dirigente debba interrogarsi sul perché di questi adii e quali sono gli antidoti. Se c`è del disagio, occorre entrarci dentro e capire cosa si può fare per evitare che continui. La stessa segretaria penso si renda conto che per tenere insieme il Pd serve più ascolto dei territori, più attenzione alle diverse sensibilità e più capacità di mediazione positiva».
Le pare una mediazione positiva dire che chi lascia un Pd che lotta per ambiente, lavoro e diritti forse aveva sbagliato indirizzo prima?
«No. Il Pd è nato per difendere il lavoro, l`ambiente e i diritti, sta scritto nel nostro Statuto, basterebbe leggerlo. Schlein vuole affrontare questi temi con maggiore radicalità e in discontinuità col passato, il che è legittimo. Però non si può pensare che radicalità significhi imporre le proprie idee e sensibilità. Prodi ha spesso parlato di radicalismo dolce: vuol dire che il segretario per primo deve provare ad agire, ragionando e ascoltando, per trovare – appunto delle mediazioni positive. In cui cioè non si richiede un`abiura alle convinzioni degli altri. Non è che i precedenti dirigenti del Pd agivano per rendere precari i diritti o il lavoro. Io le abiure non le faccio. Nella riforma del lavoro siamo intervenuti per aumentare la Naspi e la cassa integrazione alle piccole imprese, abbiamo eliminato i Cocopro».
Eppure se in questi anni fosse andato tutto bene – sempre Schlein – lei non avrebbe vinto il congresso.
«Su questo ha ragione. La sua elezione nasce da un desiderio di cambiamento. E anche se io non l`ho votata credo che tutti dobbiamo aiutarla a riformare il partito e ad elaborare un progetto per il Paese. Ma ci si riesce solo se lo si fa insieme, capendo anche le ragioni degli altri e non dando l`idea che nel Pd si decide a colpi di maggioranza. Solo così si può costruire una proposta vincente che allarga, non minoritaria. Perciò io nelle prossime settimane andrò in giro per regioni e comuni per parlare con i cattolici in particolare e convincerli che il Pd è casa loro, devono restare qui perché è ancora la casa del radicalismo dolce e non del radicalismo massimalista».
Quindi intravede nuovi addii?
«Io ascolto molto le persone e sento un disagio che non vorrei si tramutasse in scelte sbagliate come è stata quella dei dirigenti liguri».
C`è poi il tema opposizioni: senza unità, non c`è alternativa alla destra al governo. Ma un`alleanza Conte Calenda-Schlein non pare possibile.
«La segretaria ha un compito non facile perché chi sta provando a tenere insieme tutti è proprio lei. C`è bisogno di mettere in campo una visione di centrosinistra della società, un progetto complessivo. Se l`obiettivo è cambiare il Paese, si deve fare coalizione su valori culturali e politici comuni, dall`Europa alla lotta alle diseguaglianze. Trovare un`intesa su punti programmatici condivisi. Farsi la guerra per uno zero virgola nei sondaggi non ha senso, restando divisi Meloni e Salvini vinceranno per i prossimi vent`anni».
Serve un federatone terzo?
«Di questo ragioneremo quando si saranno trovate le basi comuni. Intanto il salario minimo è un ottimo inizio. L`altro è il lavoro fatto dal Pd e Calenda sulla sanità pubblica. E spero che il terzo inizio sarà una proposta per superare la Bossi-Fini e governare l`immigrazione irregolare, da portare al confronto col governo che ha disatteso tutte le promesse».
Intanto Meloni vara un decreto che infligge il carcere ai minorenni senza che il Pd abbia detto una parola. Si affronta così il degrado delle periferie e il disagio sociale?
«Assolutamente no. Si può anche pensare che in certi frangenti serva più ordine pubblico e capacità investigativa: non bisogna aver paura di muoversi in questa direzione. Ma il carcere per i minori e il populismo penalista di questo governo non servono a risolvere i problemi. Ciò che serve sono investimenti sulla comunità educante – famiglia, scuola, parrocchie, oratori, centri aggregativi -, luoghi dove il ragazzo cresce e si forma. La sola repressione non basta».
Voi dite che il governo fa la lotta ai poveri anziché alla povertà, però stando agli annunci nella prossima manovra il grosso delle risorse andranno a famiglie e redditi bassi. Mentite voi o bluffano loro?
«Guardiamo i fatti. Uno dei primi atti di questo governo è stato abolire Opzione donna, che aiuta le lavoratrici. Poi è stato cancellato il Reddito di cittadinanza a centinaia di migliaia di persone. Quindi azzerato il fondo affitti. Infine si viene a sapere che in legge di bilancio non ci sarà un aumento del fondo sanitario ma un taglio, destinato a favorire la sanità privata. I fatti dicono che il governo sta colpendo le persone più deboli, senza neanche prevedere una difesa dei salari, proprio nel momento di massimo picco dell`inflazione che erode il potere di acquisto. Ci manca solo che distolgano i risparmi dell`assegno unico dal sostegno alle famiglie ».
Come spiega l`attacco di Meloni & Co al commissario Gentiloni?
«Gentiloni è il commissario europeo che più si è battuto per aumentare le tasse alle multinazionali e cambiare il patto di stabilità, meriterebbe un encomio anziché queste becere aggressioni che fanno un danno all`Italia perché provano a minarne l`autorevolezza. Mi pare la sindrome di Tafazzi. Il perché credo sia sempre il solito: si vuol far credere, se per caso non si raggiungeranno certi obiettivi, che è colpa degli altri».
Se il risultato del Pd alle Europee sarà deludente, Schlein rischia?
«Ma no, io credo che il Pd farà molto bene: noi vogliamo gli Stati uniti d`Europa e gli italiani sanno che questa è la ricetta migliore. E sanno che solo con un`Unione più forte avranno occasione di pace, crescita e benessere».
Ultima domanda, più faceta. Secondo Fiorello l`opposizione a Meloni non la fa il Pd ma suo marito, concorda? (risata)
«Noi la nostra parte la stiamo facendo, chiunque ci aiuti è il benvenuto. Anche Giambruno».


Ne Parlano