Sostenere meglio l’imprenditoria femminile, modificando la normativa di riferimento in base alla quale vengono attribuiti ora i relativi sostegni. E’ quanto si
prefigge il disegno di legge presentato dal senatore del Pd
Vincenzo D’Arienzo, dell’ufficio di presidenza del gruppo dem a
Palazzo Madama e sottoscritto dai 16 colleghi del Pd Cirinnà,
Porta, Pittella, Astorre, Laus, D’alfonso, Collina, Fedeli,
Ferrazzi, Stefàno, Rojc, Manca, Vattuone, Valente, Comincini,
Giacobbe.
“Le imprese femminili – spiega D’Arienzo – rappresentano
circa un quarto delle piccole e medie imprese nazionali, ma il
Codice delle pari opportunità identifica come tali ‘le società
cooperative e le società di persone costituite in misura non
inferiore al 60 per cento da donne, le società di capitali le
cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai
due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano
costituiti per almeno i due terzi da donne, nonché le imprese
individuali gestite da donne’. Ciò implica che molte attività
produttive, pur a principale conduzione femminile, non accedono
a bonus, sgravi e incentivi riservati alle imprese femminili in
quanto non formalmente rientranti in tale specifica nozione. Il
mio ddl delega il governo a rivedere il Codice delle pari
opportunità, introducendo le nozioni di imprenditrice e di
impresa femminile. Lo scopo è di promuovere l’uguaglianza
sostanziale e le pari opportunità, specie nell’accesso al
credito; istituire presso le camere di commercio una sezione
speciale del registro delle imprese; definire le azioni positive
finanziate dal Fondo nazionale per l’imprenditoria femminile per
sostenere l’avvio dell’attività, gli investimenti, il
rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle
imprese; sostenere i processi di trasformazione tecnologica e
digitale, istituire il Comitato nazionale per l’imprenditoria
femminile”.


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