“Ieri sera ho scelto di vedere la puntata di Porta a Porta con la tanto discussa intervista al figlio del boss Totò Riina. Ho scelto di vederla perché volevo ascoltare direttamente la sua narrazione per formarmi un’idea critica, in realtà già sapendo cosa avrei provato, ovvero un profondo sentimento di disgusto”. Lo scrive su Facebook Camilla Fabbri, senatrice del Pd e componente della Commissione di Vigilanza Rai, che spiega: “Quell’intervista è stata soltanto un insulto alle vittime delle mafie e alle loro famiglie, alla storia tragica di questo Paese. Un insulto alle tante e ai tanti che, quotidianamente, anche attraverso il prezioso lavoro delle associazioni, contrastano le mafie e le loro infiltrazioni, riscattando territori e attività per restituirli alla democrazia. Un insulto al prezioso lavoro di forze dell’ordine e magistratura e, anche, alla stessa informazione libera e indipendente che, in particolare quando rappresenta il servizio pubblico, deve essere profondamente responsabile. Ieri sera – continua- abbiamo assistito all’allestimento di un palcoscenico ad hoc, senza reale contradditorio critico e a spese dei cittadini, per l’esibizionismo di Salvo Riina, che non ha mai preso le distanze dal padre, e per la commercializzazione del suo libro. Una pagina veramente indecente rispetto la quale sono arrivate le parole di condanna della stessa presidente Rai Maggioni. Bene ha fatto dunque la Commissione parlamentare antimafia a programmare per oggi un’audizione della Presidente e del dg Rai Campo Dall’Orto. Non si capisce – conclude- cosa stia aspettando la stessa Commissione di Vigilanza e il presidente Fico. Restano chiare e limpide, di fronte a questa triste vicenda, le parole di Manfredi Borsellino: “il figlio di Riina scrive un libro che può attizzare curiosità, non certo la mia, che ho ben altre curiosità, a partire dalla verità sul 1992. Non c’e’ alcun elemento di utilità che posso ricavarne”.


Ne Parlano