‘Le condizioni di dissesto della Provincia di Biella sono in allarme rosso e si stanno scaricando sui cittadini. Questi i rischi più immediati: che i dipendenti provinciali dall’estate non prendano più lo stipendio, che strade e gallerie chiudano, che alcune scuole superiori non riaprano a settembre a causa del mancato adeguamento normativo e dell’assenza di manutenzione e che gli asili nido si trovino in seria difficoltà per la cancellazione dei contributi provinciali. E’ per questo che chiedo un intervento straordinario del governo per mettere in condizioni l’ente locale e soprattutto la cittadinanza biellese di far fronte agli impegni e affrontare i cambiamenti istituzionali già entrati in vigore con la trasformazione della Provincia in area vasta’. Lo dice la senatrice del Pd Nicoletta Favero, eletta proprio a Biella, che sulla questione ha presentato un’interrogazione rivolta al Premier e ai ministri dell’Economia e dell’Interno. ‘Come è noto – prosegue Favero – la Provincia di Biella è commissariata dal 2012, quando il presidente Simonetti si è dimesso. La situazione finanziaria è critica da tempo, soprattutto a causa del taglio del 95% dei trasferimenti statali e del 71% di quelli regionali di questi anni, alla condizione debitoria dovuta ai mutui stipulati per lo più per realizzare opere di viabilità e che comportano un esborso annuo di 6 milioni fino al 2025. In questo ultimo periodo la Provincia di Biella ha attuato una profonda ristrutturazione anche del personale ed è ormai chiaro che questa la strada non è più praticabile per arrivare ad un equilibrio di bilancio che consenta di non tagliare i servizi essenziali ai cittadini, anche perché con la legge 66/2014 la provincia dovrebbe far fronte ad altri 1,5 milioni di tagli. Servono dunque un intervento straordinario di 10 milioni di euro e una modifica legislativa che eviti ulteriori tagli, in modo di consentire alla Provincia di affrontare la trasformazione prevista dalla legge che ha cancellato le province senza tagli ai servizi essenziali. A pagare – conclude Favero – non devono essere sempre i cittadini’.

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