Sono giorni caldi per i nostri ragazzi. Non mi riferisco solo alle temperature di questa torrida estate. I media non mancano di aggiornare il già lungo elenco di territori, studenti e famiglie coinvolti in episodi di adescamento, cyberbullismo e discriminazioni on line. In compenso l’impegno per la prevenzione e l’educazione digitale continua anche sotto l’ombrellone. La recente indagine della Polizia Postale, “Babylon”, ha portato alla luce un mercato virtuale dedito alla criminalità, con particolare riferimento alla pedopornografia. Si tratta del primo sequestro in Europa e il secondo al mondo di Bit-coin: oltre 14 mila wallet (conto corrente) di cryptomoneta, per un valore di circa un milione di euro. Tuttavia la spettacolarizzazione della violenza è sempre presente, nel web come sui social network. Il trend si intreccia con la precocizzazione evidente rispetto all’utilizzo degli strumenti digitali. Un fenomeno che in realtà all’avanguardia, come la Gran Bretagna, provoca l’allarme dei medici a fronte di bambini che trascorrono 8 ore della propria giornata davanti a un tablet. L’accesso alla rete, per fortuna sempre più garantito, unito alla diffusione della banda larga nel nostro Paese, ci porta ad interrogarci su come garantire ai nostri ragazzi una corretta esperienza digitale. Risposte che arrivano dagli stessi ragazzi che, spesso in mancanza di adeguati supporti, fanno fronte comune diventando loro stesi risolutori di problematiche on line, anche per i loro genitori. Lo conferma l’ultima indagine di Mobile Opportunities di EU Kids Online. Ci confortano, in tal senso, storie di coraggio ed emancipazione come quella di Sara, vessata dai suoi amici dalle elementari alle medie, che grazie alla musica ha ritrovato il sorriso: ora scrive canzoni e sogna di partecipare a Sanremo. Ma se il cyberbullismo non va in vacanza, anche il fronte della prevenzione vive giornate importanti. Con la Carta dei Diritti in Internet, presentata recentemente alla Camera dei Deputati, il Paese offre ai cittadini la possibilità di avvalersi di un documento realizzato da molti esperti e giuristi affermati come il Professor Stefano Rodotà (qui accanto in foto). Una Carta, promossa dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, che fa luce su alcuni temi sensibili, come il copyright, il digital divide e il ‘potere contrattuale’ di chi usa Internet. Tutti hanno diritto a gestire il proprio profilo digitale e a costruire liberamente la propria identità all’interno di rapporti sociali che diventano sempre più complessi. Il documento promuove quindi una Rete certamente libera, ma anche democratica, che richiama i grandi soggetti economici del web a garantire l’inviolabilità dei sistemi e tutta la cittadinanza digitale a contrastare discriminazioni e violenza online. Un documento di carattere generale, ma capace di dotare Governo e Parlamento di indirizzi precisi e condivisi. Proprio alla Camera dei deputati, dopo l’estate è attesa la discussione del ddl contro il cyberbullismo e a tutela del minori sul web già approvato in Senato. Una proposta di legge che mi vede prima firmataria e che introduce misure e percorsi in grado di promuovere nel concreto una cultura digitale più consapevole, partecipata e positiva. Non sempre, infatti, community è sinonimo di comunità. I rischi di un uso improprio, sbagliato del web sono orami evidenti. Il dialogo tra istituzioni, scuola, famiglia e territorio può non bastare, senza il coinvolgimento di chi ha davvero le “chiavi della Rete”. Dopo Google e Facebook ho incontrato un’altra grande azienda new media per parlare del rapporto tra internet e minori, in particolare dei social network. Le rappresentati di Twitter, Karen White e Kira O’Connor (nella foto in apertura), rispettivamente responsabile relazioni pubbliche per l’Europa e Manager – Trust and Safety del social del cinguettio, hanno voluto approfondire i contenuti del disegno di legge. Oltre alle campagne per aiutare l’utenza a tutelare la propria immagine e la propria privacy nella rete, Twitter ha anticipato la disponibilità a partecipare al Tavolo interministeriale per la sicurezza dei minori sul web, previsto dal disegno di legge. Se dal settore new media arrivano notizie positive, anche le istituzioni non mancano di informare i cittadini sulla diffusione e la continua evoluzione di crimini online. Lo scorso 6 luglio a Expo2015, abbiamo discusso di tecnologia e sicurezza. Al Padiglione Italia la Polizia di Stato ha presentato nuovi servizi all’avanguardia per la sicurezza dei cittadini. A margine dell’incontro ho poi avuto modo di ribadire a Roberto Sgalla, Direttore centrale delle specialità della Polizia di Stato, e Roberto Di Legami, nuovo Direttore del Servizio Polizia Postale (nella foto accanto), il mio apprezzamento per l’impegno quotidiano contro i cyber crimini, a partire dalle truffe on line che tanto nuociono ai privati cittadini ma che alle imprese. Il dialogo con i giovani, anzi, i giovanissimi che si approcciano al mondo digitale è, infatti, la vera costante di un impegno sui territori che in questi anni mi vede nelle scuole di tutta Italia a parlare con i ragazzi, i genitori e gli insegnanti. Un patrimonio di contributi, istanze e suggerimenti considerati all’interno della riforma dell’istruzione. Il provvedimento contiene infatti misure condivise e mirate sul fronte dell’educazione digitale, in linea con le Linee d’orientamento contro il cyberbullismo presentate dallo stesso Miur.
Su questo documento e sui contenuti della mia proposta di legge, il prossimo 12 settembre, a Torino, si terrà il seminario “Social Media e Cyberbullismo’, con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Torino e Corecom Piemonte. Un evento aperto alla cittadinanza, organizzato in sinergia con l’Associazione Centro Studi di informatica Giuridica di Ivrea Torino e rivolto a docenti, dirigenti scolastici, avvocati, genitori e studenti universitari.
Uno strumento utile per confrontarsi sulle condotte da tenere, i rischi da evitare e le nuove opportunità per i ragazzi. Possiamo davvero ricostruire, a partire dalla scuola. un modello di relazioni autentiche tra pari, che bene si inserisca in quel patto educativo richiamato più volte dal Governo. Un patto che passa anche dalla valorizzazione della bellezza, dell’arte e, quindi, dei talenti. Esperienze positive e conoscitive per accompagnare i ragazzi nella crescita e nell’apprendimento.
Su questo mi sono confrontata nel corso degli ultimi incontri organizzati sui territori, tra cui l’appuntamento di Cossato, nel Biellese, di Grignasco, San Sepolcro e ancora a Palazzo di Giustizia a Roma, con il Capogruppo PD Luigi Zanda per il convegno a cura dell’ordine degli Avvocati ‘Minori ed uso di internet: opportunità o rischio?. Connetti anche la testa!’.
L’ultima relazione annuale del Garante dell’infanzia e adolescenza, Vincenzo Spadafora a Palazzo Madama, con il Presidente Pietro Grasso, ha visto premiare il cantautore Marco Mengoni (nella foto anche con Teresa Manes, mamma di Andrea, il ragazzo dai pantaloni rosa), per aver comunicato con i suoi brani la forza della fragilità e della diversità. Un messaggio da ribadire a tutti i nostri ragazzi, che anche questa estate saranno connessi persino sotto l’ombrellone e che ribadirò già dai primi di settembre nelle feste democratiche. Avrò presto modo di informarvi anche su queste iniziative, in particolare sull’appuntamento ferrarese, per cui sto coordinando un tavolo di lavoro sulle novità e prospettive previste dalla riforma scolastica in ambito musicale. Un’occasione per sottolineare il grande contributo che le arti performative possono offrire agli studenti proprio nelle competenze empatico-relazionali e comunicative tanto importanti per non cadere nelle insidiose maglie del bullismo in rete.

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