Superare il bicameralismo
Adesso tocca a lei. L`incubo di Matteo Renzi si chiama Anna Finocchiaro.
La senatrice attende l`approdo delle legge elettorale a Palazzo Madama,
con tutto il contorno di polemiche che attraversa la storia recente del Pd.
La ‘rottamata’ che può prendersi la rivincita sul rottamatore, e via così. Di
certo, da presidente della Commissione Affari Costituzionali sarà lei a gestire
i lavori sull`Italicum e le riforme,
a stabilire il percorso, a tentare la sintesi tra tante teste e tanti desideri.
Per questo, in via preliminare, ieri era alla Camera, accompagnata da Doris
Lo Moro, con cui condivide il tavolo della commissione al Senato e molte
idee. Nel cortile di Montecitorio lascia intuire, da quello usato alla Camera.
A partire dai temi, e da quella parità di genere che da sempre è bandiera dei
democratici e tornerà a essere un obiettivo da conquistare.

Presidente Finocchiaro, è vero che potreste invertire l`ordine dei
lavori e incardinare prima la riforma del Senato, congelando per il
momento l`Italicum?

«Diciamo che quella è la strada giusta,
ma soprattutto più logica».
Perché? In molti dirann che
serve soprattutto a prender tempo e a evitare le elezioni.

«C`è un presupposto logico che deriva dalle motivazioni della sentenza
della Corte di Cassazione che ha bocciato il Porcellum. Perché la legge
elettorale per la Camera che preveda
un forte premio di maggioranza è ragionevole secondo le indicazioni della
Consulta soltanto se è davvero in grado di garantire la governabilità. Nella
malaugurata ipotesi in cui si tornasse a votare con il bicameralismo perfetto,
il sistema elettorale per il Senato sarebbe il proporzionale uscito dalla
sentenza. La governabilità non sarebbe garantita, di conseguenza il premio
previsto alla Camera sarebbe irragionevole e l`Italicum incostituzionale.
Questa legge funziona solo se il Senato non dà la fiducia».

Ma se al Senato partirete con le riforme costituzionali non c`è il rischio
che Renzi non potrà usare il risultato raggiunto sull`Italicum
prima delle Europee?

«Io la vedo così: più in fretta si sciolgono
i nodi politici, meno tempo si perde. E questo vale per entrambi i
provvedimenti».
Anche la calendarizzazione in
aula darà la priorità alla riforma del Senato sulla legge elettorale?


«Questo non dipende dalla presidente della commissione, ma credo
che nei limiti del possibile sarà così».

I renziani temono imboscate.

«Noi non facciamo imboscate. Posso assicurare che in commissione al
Senato lavoriamo ascoltando tutti, senza forzature e cercando il coinvolgimento
di ogni partito».
Ncd vuole le preferenze, le donne
del Pd le quote rosa: il passaggio alla Camera ha dimostrato che trovare
un accordo tra le varie anime della maggioranza e in più Forza
Italia non è così semplice. E mentre Renzi scalcia al Senato i numeri
sono ancora meno favorevoli.

«La differenza tra me e Renzi è che
io potrei essere sua madre. Per questo ho la pazienza di Giobbe, e guardo
sempre molto avanti nelle cose. Già ora stiamo lavorando per l`approvazione
della doppia preferenza da introdurre per le europee. E se passerà
sarà grazie all`ostinazione da testa dura calabrese della senatrice Lo Moro».

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