“Continua al Senato la staffetta con cui, assieme a tante senatrici e senatori, ricordiamo ogni donna che viene uccisa per mano di un uomo, a cui è o è stata legata da relazione amorosa. Lo faremo finché sarà necessario ricordare al Parlamento e al nostro Paese l’urgenza di arginare la violenza nei confronti delle donne. Ieri abbiamo saputo che l’elenco delle donne vittime di femminicidio si è allungato di una unità. Micaela Masella è morta il 12 giugno per mano del marito da cui era separata da due anni, che ha provocato l’esplosione dell’appartamento in cui vivevano lui, Micaela e due figlie”. Lo afferma la senatrice del Pd Maria Grazia Gatti, intervenendo nell’Aula del Senato.
“Il femminicidio è quasi sempre l’estremo risultato di una serie di comportamenti violenti di lunga data. Con la legge 119 del 2013 di contrasto alla violenza di genere, che questo Parlamento ha approvato in attuazione della Convenzione di Istanbul, il nostro Paese ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e discriminazione di genere. Ha riconosciuto che la violenza sulle donne è un fenomeno sociale che ha le proprie radici nella relazione di potere asimmetrica fra uomini e donne. Per questo la si può prevenire, intervenendo sui fattori che determinano l’asimmetria. Per questo è stato proposto e approvato un piano contro la violenza sulle donne. E nel frattempo sono stati rafforzati strumenti di protezione, per garantire maggiore sicurezza alle donne minacciate. Bisogna però monitorare che queste misure funzionino e che il piano sia attuato. Un appello alla Ministra per le pari opportunità e al Governo tutto: si monitorino l’applicazione, i pregi e i limiti della legge n. 119 del 2013, e soprattutto si dia piena e accurata attuazione al piano contro la violenza. Un appello ai media: si smetta di giustificare gli assassini e di colpevolizzare le donne. Infine un appello al Paese – conclude Gatti -: sono 160 le donne uccise ogni anno, non possiamo più accettare questa mattanza”