“Se la riforma costituzionale della destra venisse approvata verrebbe ribaltato il rapporto tra Parlamento e governo. Con il premierato di Giorgia Meloni si afferma la totale primazia del governo, ed in particolare del Presidente del Consiglio, sul Parlamento. Sì passerebbe da un Parlamento espressione del pluralismo politico e sociale, che è dominus sul governo, ad un Parlamento espressione e rispecchiamento delle liste che hanno sostenuto al voto il Presidente del Consiglio. E questo mortifica e indebolisce la democrazia parlamentare, concentra i poteri in una sola persona. Contrariamente a ciò che la destra racconta una elezione diretta disintermediata non rafforza la capacità di governo sostanziale ma la espone alle pulsioni più irrazionali e alle paure. Invece noi abbiamo bisogno di razionalizzare la forma di governo parlamentare e di fare in modo di ricreare una dinamica partecipativa che renda davvero le istituzioni in grado di governare davvero i processi sociali e di unire il Paese. Noi siamo convinti che questa personalizzazione, questa investitura del capo, accresca le tensioni e le divisioni e indebolisca la capacità di governo.
L’ultimo testo presentato dal governo è in continuo divenire e pieno di ambiguità: penso alla questione di fiducia e al secondo premier. Abbiamo cominciato a discutere il testo del governo depositato in Senato il 30 novembre, siamo a febbraio, e ancora non sappiamo quale sia la reale volontà della maggioranza. Ma la destra dice no a tutte le nostre obiezioni e continua ad essere divisa al proprio interno. La verità è che non vogliono migliorare il funzionamento delle nostre istituzioni ma hanno solo l’ossessione di approvare quella che è solo una bandiera della destra e di Giorgia Meloni”. Così il senatore Andrea Giorgis, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali questa mattina a Sky.


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