‘Il mio progetto di legge è stato approvato in Senato, ma in forma depotenziata: sarà di difficile applicazione’
Sono passati 27 anni da quando l`Italia ha ratificato la Convenzione Onu sulla tortura, ma quel reato ancora non c`è nel nostro codice penale. Soprattutto per la sudditanza psicologica nei confronti delle forze di polizia». Il senatore Pd Luigi Manconi, è firmatario della proposta di legge approvata (5 marzo 2014) al Senato e ora in discussione alla Camera.
In che senso c`è una sudditanza psicologica?
«È come se gran parte della società e della classe politica temesse di sottoporre le polizie a quel processo di riforma e di autoriforma a cui sono chiamate tutte le istituzioni. Sembrano tenere più alla stabilità e alla impermeabilità di polizia e carabinieri, che alla loro democratizzazione».
 Il suo progetto di legge è stato approvato dal Senato.
«Sì, ma in forma depotenziata rispetto al testo originale».
 Cioè?
«Il punto principale era la previsione di un reato ‘proprio’, imputabile a pubblici ufficiali e titolari di pubblico servizio. Il reato di tortura origina dall`abuso di potere: si ha quando qualcuno, eccedendo i limiti del potere legalmente detenuto, commette atti illegali ai danni di chi si trovi in sua custodia».
E invece?
«Nel testo approvato il reato è diventato ‘comune’, allargato a tutti i cittadini».
Non è meglio?
 «No: ampliando la competenza se ne indebolisce l`efficacia e lo si rende generico e indistinto. E di ancor più difficile applicazione».
Chi ha votato a favore di questa modifica?
«Gran parte del centrodestra, prevedibile. E del centrosinistra, per scarsa lungimiranza. Anch`io, in nome del meno peggio».
Non è fiducioso neanche stavolta, quindi.
 «No, perché alla Camera è stata tolta anche la condizione di ‘privazione della libertà’ della vittima. Il che rende la definizione ancora più approssimativa».

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