“Non bisogna tornare indietro: la pandemia da Covid19 ha dimostrato che il modello di aggregazione in rete dei laboratori di analisi è efficace e non va cambiato. Il ministro della Salute intervenga per tutelarlo”. A sollecitarlo con un’interrogazione al ministro Speranza sono i senatori del Pd Dario Stefàno, Paola Boldrini, Eugenio Comincini, Vincenzo D’Arienzo, Valeria Fedeli e Andrea Ferrazzi.

“Dal 2011 – spiega Stefàno – è stata prevista, tra i criteri di accreditamento delle strutture, una soglia minima di attività di 200.000 esami di laboratorio complessivamente erogati per anno, prodotti in sede e non tramite service. Per questo diverse regioni, (Basilicata, Calabria, Puglia) hanno provveduto a definire modelli organizzativi che prevedono l’aggregazione in rete dei laboratori di analisi, riconoscendo titolarità alle singole reti costituite che cumulativamente raggiungono la soglia prescritta di 200.000 prestazioni”

“La presenza sui territori dei laboratori ha permesso di far fronte alla pandemia da Covid-19 garantendo la continuità del servizio ad alti livelli, in termini di tempestività e qualità, e supportando il comparto pubblico in difficoltà. Ora però – aggiunge – in diverse Regioni è in atto un tentativo che nei fatti abolisce tale modello di rete dietro la presunta indicazione ministeriale (mai esposta in forma) di trasferimento dell’obbligo di raggiungimento del livello minimo di prestazioni a carico di ogni soggetto appartenente alla rete”;

“E’ necessario – conclude Stefàno – che il ministero intervenga per ribadire in modo chiaro la piena legittimità del modello delle aggregazioni in rete dei laboratori che cumulativamente raggiungono la soglia prescritta di 200.000 prestazioni al fine garantire la continuità di un modello funzionante ed efficiente. Il venir meno del modello organizzativo in rete non solo priverebbe i cittadini di importanti presidi territoriali per la tutela della salute, ma comporterebbe anche la perdita di ingenti investimenti in tecnologia e personale sostenuti dai laboratori privati nel corso degli anni”.


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