Venerdì abbiamo perso un’altra occasione. Basta con queste discussioni autoreferenziali
Andiamo subito al sodo. Il 24 novembre è fissato il congresso e la domanda è: per quella data il Pd ci sarà ancora? All`affondo provocatorio, Nicola Latorre non si sottrae: tutt`altro. «Con tono altrettanto provocatorio e paradossale la mia risposta è: sì, nonostante giornate come quelle dell`altro ieri, il Pd ci sarà ancora».
Dalla provocazione veniamo alla realtà: sicuro che arriverete integri alle assise?
«Guardi, sicuramente in Direzione abbiamo perso una grande occasione. Quell`appuntamento, infatti, avrebbe dovuto essere il momento del rilancio del partito e della sua iniziativa e avrebbe dovuto definire glí obiettivi sui quali incalzare le altre forze della maggioranza reagendo anche all`ostruzionismo dei Cinquestelle, incurante degli interessi del Paese».
Invece si siete impanati nella discussione un po` surreale su chi fare votare per eleggere il segretario…
«Insisto: doveva essere la giornata in cui il Pd rivolgeva un chiaro appello agli italiani invitandoli a partecipare al grande confronto che dovrà essere il nostro congresso. Invece abbiamo imbastito una discussione autoreferenziale: esattamente il contrario di ciò che andava fatto. Invece di aprirci ci siamo chiusi in noi stessi, con un dibattito assurdo su chi deve eleggere il segretario. Come se chi si candida alla leadership del partito non avesse tutto l`interesse a fare grande e forte il Pd per conquistare il governo e non ripetere l`ennesima sconfitta elettorale».
Ecco, appunto. Davvero Renzi segretario del Pd equivale alla fine del governo di Letta?
«No, nella maniera più assoluta. Renzi segretario del Pd – è la mia opinione – equivale ad un Partito democratico più rispondente alle esigenze di questa fase; un Pd rafforzato che può svolgere nell`attuale quadro politico un ruolo più positivo collegato ad una prospettiva che rilanci il profilo di una forza politica alternativa al centrodestra. Dunque il problema del Pd non è Matteo: semmai è questa sciocca idea di voler impostare il congresso sulla parola d`ordine ‘come blocchiamo Renzi’». Infatti. L`immagine offerta è di un quartetto Letta-EpifaniBersani-Franceschini che si batte in tutti i modi per difendere la cittadella del potere contro l`assalto del sindaco di Firenze…
«Devo dire che almeno questa volta i giornali hanno rappresentato in maniera fedele la realtà. Veniamo al dunque: bisogna avere il coraggio di mettere da parte questa improbabile discussione sulle regole. Anche perché si tratta di un tema che rimanda al modello di partito in cui ci si identifica. Una discussione che deve diventare uno dei pilastri del confronto congressuale e che è impensabile liquidare con un colpo di mano prima delle assise. E` per questo che sono davvero basito di fronte all`insistenza di voler cambiare le regole. Il dibattito congressuale deve coinvolgere il massimo degli elettori del centrosinistra e del Pd; abbiamo bisogno della loro partecipazione e del loro voto al congresso, ben oltre quello pur basilare dei nostri iscritti».
Vi siete riconvocati mercoledì 31 luglio. Ma il giorno prima ci sarà la sentenza su Berlusconi. Per qualcuno la legislatura potrebbe terminare lì. E allora?
«Allora è stato un altro sbaglio: arriveremo a quello snodo più deboli ed è una cosa che fa arrabbiare. Detto questo, ritengo che in ogni caso il 30 luglio sarà il passaggio in cui verrà sancito in modo irrimediabile la fine del ciclo politico berlusconiano».
Dalla provocazione veniamo alla realtà: sicuro che arriverete integri alle assise?
«Guardi, sicuramente in Direzione abbiamo perso una grande occasione. Quell`appuntamento, infatti, avrebbe dovuto essere il momento del rilancio del partito e della sua iniziativa e avrebbe dovuto definire glí obiettivi sui quali incalzare le altre forze della maggioranza reagendo anche all`ostruzionismo dei Cinquestelle, incurante degli interessi del Paese».
Invece si siete impanati nella discussione un po` surreale su chi fare votare per eleggere il segretario…
«Insisto: doveva essere la giornata in cui il Pd rivolgeva un chiaro appello agli italiani invitandoli a partecipare al grande confronto che dovrà essere il nostro congresso. Invece abbiamo imbastito una discussione autoreferenziale: esattamente il contrario di ciò che andava fatto. Invece di aprirci ci siamo chiusi in noi stessi, con un dibattito assurdo su chi deve eleggere il segretario. Come se chi si candida alla leadership del partito non avesse tutto l`interesse a fare grande e forte il Pd per conquistare il governo e non ripetere l`ennesima sconfitta elettorale».
Ecco, appunto. Davvero Renzi segretario del Pd equivale alla fine del governo di Letta?
«No, nella maniera più assoluta. Renzi segretario del Pd – è la mia opinione – equivale ad un Partito democratico più rispondente alle esigenze di questa fase; un Pd rafforzato che può svolgere nell`attuale quadro politico un ruolo più positivo collegato ad una prospettiva che rilanci il profilo di una forza politica alternativa al centrodestra. Dunque il problema del Pd non è Matteo: semmai è questa sciocca idea di voler impostare il congresso sulla parola d`ordine ‘come blocchiamo Renzi’». Infatti. L`immagine offerta è di un quartetto Letta-EpifaniBersani-Franceschini che si batte in tutti i modi per difendere la cittadella del potere contro l`assalto del sindaco di Firenze…
«Devo dire che almeno questa volta i giornali hanno rappresentato in maniera fedele la realtà. Veniamo al dunque: bisogna avere il coraggio di mettere da parte questa improbabile discussione sulle regole. Anche perché si tratta di un tema che rimanda al modello di partito in cui ci si identifica. Una discussione che deve diventare uno dei pilastri del confronto congressuale e che è impensabile liquidare con un colpo di mano prima delle assise. E` per questo che sono davvero basito di fronte all`insistenza di voler cambiare le regole. Il dibattito congressuale deve coinvolgere il massimo degli elettori del centrosinistra e del Pd; abbiamo bisogno della loro partecipazione e del loro voto al congresso, ben oltre quello pur basilare dei nostri iscritti».
Vi siete riconvocati mercoledì 31 luglio. Ma il giorno prima ci sarà la sentenza su Berlusconi. Per qualcuno la legislatura potrebbe terminare lì. E allora?
«Allora è stato un altro sbaglio: arriveremo a quello snodo più deboli ed è una cosa che fa arrabbiare. Detto questo, ritengo che in ogni caso il 30 luglio sarà il passaggio in cui verrà sancito in modo irrimediabile la fine del ciclo politico berlusconiano».