Il correntone anti-sindaco? Se esiste è un grave errore
«Dobbiamo incoraggiare Renzi a correre per la segreteria del Pd, non scoraggiarlo». Nicola Latorre, l`altra sera alla cena dei dalemiani si è smarcato dall`ex premier.
Latorre, lei non è tra quelli che pensano Renzi vada convinto a non candidarsi per ora?
«No, e ripeto: va incoraggiato. Il Pd ha grandi temi davanti a sé. Innanzitutto, dobbiamo impegnarci perché il governo centri gli obiettivi, ovvero fronteggiare l`emergenza economica, realizzare le riforme istituzionali e la legge elettorale. E dobbiamo discutere sulle soluzioni per uscire dalla crisi. Il punto più alto di consenso al Pd è stato raggiunto durante le primarie Bersani/Renzi/Vendola perché si confrontavano tre ricette per guidare il paese fuori dalla crisi. Nél ballottaggio cominciammo a parlare di regole, e cominciò la fase calante. Aggiungo ora, che un` autocritica andrebbe fatta: al secondo turno delle primarie non andavano messi limiti».
Quindi, non ci vuole un segretario debole?
«Non ci vuole una leadership forte, ma fortissima. Un leader con popolarità, credibilità, capace di incarnare un`idea innovativa del progetto politico del Pd. La leadership più forte in questo quadro è quella di Renzi». Insomma, lei ha cambiato opinione?
«Ho preso atto di una realtà. Scelsi Bersani perché proponeva un`idea di partito meno incentrata sul leader, e più radicato. Ma quell` idea ha prodotto più oligarchia e meno radicamento. Così come scrivemmo nello Statuto proposto da Veltroni, va mantenuta l`identificazione tra segretario e candidato premier».
D`Alema perciò ha torto?
«Quello che dice D`Alema è per me sempre oggetto di riflessione. Ma con Massimo questa volta non sono d`accordo. Penso che lo schema politico per cui chi fa il segretario non deve fare il premier, tenendo così in riserva le persone per la premiership, sia sbagliato e indebolisca il partito».
Renzi segretario del Pd insidia il governo Letta?
«La mia tesi è esattamente opposta. Per rafforzare il raggiungimento degli obiettivi che il governo si è dato, penso che un partito con una guida forte e un ritrovato protagonismo politico possa aiutare. Il precedente Veltroni/Prodi è una favola priva di fondamento: non fu Veltroni a fare cadere il governo Prodi. Lo testimonio io, che non godevo certo di simpatie veltroniane, ma Walter insisteva in quei mesi sulla tenuta dell`esecutivo. Prodi cadde per colpa di Mastella. Certo, dopo la fine dell`esecutivo Prodi, Veltroni spinse perché si andasse subito a elezioni anticipate. D`altra parte, dopo Letta non ci potrebbe che essere un ritorno alle urne».
C`è un tiro al piccione contro Renzi?
«Non so se c`è questo ‘correntone’ anti Matteo, però se così fosse sarebbe un grave errore, come osserva Cuperlo».

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