‘Basta con toni eccessivi, al Sud ancora troppi notabili’
Nicola Latorre ha appoggiato la candidatura di Matteo Renzi: una netta vittoria del sindaco di Firenze. Qual è la sua valutazione?
«In un momento così difficile in cui il distacco tra politica e cittadini ha raggiunto il punto più alto di crisi e gran parte del Paese soffre le conseguenze di una grave condizione economica, quando in gioco è la grande partecipazione è un fatto straordinario, una nota positiva e di speranza per il futuro della democrazia italiana. Ora dobbiamo sentire forte il peso di questa responsabilità».
 Si tratta di una svolta?
 «Sì, questo passaggio segna una svolta, un giro di boa per la storia politica del nostro Paese».
Si aspettava un così chiaro successo di Renzi?
«Il risultato conferma che la risposta alla domanda di cambiamento che c`è nel Paese si è incarnata nel progetto politico di Renzi. E questo è il significato vero del successo di Renzi. Renzi riesce a tenere insieme la domanda forte di rinnovamento e anche la chiarezza e la nettezza di una prospettiva politica di cambiamento».
Il Pd volta definitivamente pagina?
«Una storia politica si è conclusa e una nuova se ne apre. Certamente per il Pd ma non solo per il Pd. Proprio in queste ore sono avvenuti dei fatti simbolici che più di ogni altro rende chiaro cosa sta accadendo. Innanzi tutto nel confronto destra sinistra oggi mentre due milioni e mezzo di italiani hanno investito in un coraggioso e ambizioso progetto politico che guarda al futuro puntando sul Pd contemporaneamente abbiamo ascoltato un discorso di Berlusconi, tutto rivolto al passato. Ma è accaduto qualcosa di significativo anche per noi. La storia di un gruppo dirigente anche del centrosinistra e del nostro partito si è conclusa».
È anche una questione di svolta politica-culturale?
«Vengono archivate molte cose. Anche un modello politico organizzativo che è stato quello dominante e che ha condizionato l`intero assetto politico del ventennio che oggi si chiude ».
Nella campagna delle primarie non sono mancati anche toni forse eccessivi. Che dice?
«I toni eccessivi che da qualche parte sono stati utilizzati è la conferma della consapevolezza della difficoltà che veniva avvertita. Ma anche di una idea della lotta politica che ormai va archiviata. In questo quadro il risultato pugliese ma non solo quello pugliese. Penso anche al risultato in tutto il Mezzogiorno segnala il bisogno di rendere ancora più chiaro il senso di un progetto politico di cambiamento. Che non si esaurisce solo nel cambio di dirigenti ma nella capacità di sconfiggere una idea notabilare della politica che nel Sud è ancora molto forte».

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