Deluso chi pensava di andare a elezioni
Riforma elettorale e costituzionale insieme? E perché no, «ora ci sono le condizioni, dopo la Consulta chi pensava di andare al voto anticipato deve aggiornare l`agenda». Doris Lo Moro, capogruppo del Pd in commissione affari costituzionali al senato, relatrice del ddl di (non riuscita) riforma elettorale, in queste ore è finita nel mirino dei colleghi renziani per avere concordato con gli altri capigruppo un comitato ristretto per la nuova legge. Un «blitz», è l`accusa, il chiaro segnale di resistenza di una parte del partito (Lo Moro è per la candidatura di Gianni Cuperlo) al trasferimento della riforma alla camera che invece da giorni va chiedendo Matteo Renzi.
Domanda. Per mesi non avete concluso nulla. Nel giorno della Consulta, e a pochi giorni dell`elezione del nuovo segretario, avete costituito un comitato ristretto. Quantomeno intempestivo?
Risposta.
La Consulta ha sancito la sconfitta della politica sulla riforma elettorale. Ma detto questo, io devo rispettare le istituzione e il ruolo che mi è stato assegnato come relatrice e capogruppo, non potevo non accettare la richiesta di costituire un comitato ristretto sulla riforma. Se poi la prossima settimana cambieranno le cose, lo vedremo. Intanto la riforma è incardinata al senato e noi dobbiamo fare di tutto perché si faccia. Ora ci sono le condizioni.
D. La Consulta vi ha praticamente costretto.
R.
Il Porcellum faceva gola. A parole tutti erano contrari da anni alla legge dichiarata incostituzionale, ma poi in molti hanno fatto resistenze per cambiarla sperando di poterne avere i vantaggi in sede elettorale. Ora non ci sono più alibi.
D. Un parlamento eletto con una legge incostituzionale è un parlamento facile alle accuse di essere illegittimo.
R.
Questa è una tesi priva di ogni fondamento. ll parlamento è legittimamente costituito così come sono legittimi tutti gli atti che ha approvato. Allo stesso modo dei parlamenti precedentemente eletti con la stessa legge.
D. I renziani chiedono di portare la riforma alla camera visto che il senato finora non è stato capace. 
R.
Non capisco cosa cambierebbe, l`intesa va trovata con tutti gli attori in campo.
D. Alla camera il Pd ha la maggioranza
R.
Fare le riforme a colpi di maggioranza significa fare dei mostri, come dimostra il Porcellum. Il problema è trovare un accordo abbastanza ampio per fare una buona riforma.
D. Su quali basi?
R.
Non mi straccio le vestì per il mio ddl. La Corte ha dettato le linee che dobbiamo seguire, con la consapevolezza che se si dovesse andare a votare senza riforma avremmo un proporzionale puro senza nessun correttivo e dunque senza governabilità. Io penso che un doppio turno di collegio, una sola camera che legifera, con un taglio dei parlamentari, sarebbe una buona proposta su cui lavorare anche con il centrodestra.
D. C`è il problema dei tempi, eliminare il senato significa fare una riforma costituzionale.
R.
E perché no? Del resto, le riforme sono nel dna di questo governo e di questa legislatura. Si avrebbe finalmente un sistema istituzionale ed elettorale che funziona. D. Questo però significa niente voto anticipato.
R.
Chi ci sperava deve aggiornare l`agenda.