“Beppe Montana fu un commissario straordinario, un vero servitore dello Stato”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, ricordando il commissario della Squadra mobile di Palermo ucciso dalla mafia a Santa Flavia (Pa) il 28 luglio 1985. “Montana – aggiunge – operò in un periodo in cui Cosa nostra dei corleonesi, guidata da Riina, Provenzano e Bagarella, raggiungeva l’apice dell’organizzazione abbattendo qualunque ostacolo gli si ponesse davanti. Lo Stato, invece, era per molti versi debole e colluso. Al massimo si limitava a reagire con ‘l’antimafia del giorno dopo’. Dopo, appunto, che molti suoi servitori venivano uccisi in modo spietato. Beppe Montana sapeva questo. Era consapevole della forza di Cosa nostra e della fragilità e della compromissione di molti settori delle istituzioni. Ma non piegò la testa, non si arrese, non si scatenò in un criticismo sterile e inconcludente. Al contrario mantenne la schiena dritta, agì con lucidità e determinazione, continuò a combattere Cosa nostra. Lo fece in squadra con colleghi del calibro di Ninni Cassarà e magistrati del livello di Rocco Chinnici”. “Oggi – conclude Lumia – Beppe Montana ci manca e con lui i suoi colleghi che sono andati incontro alla morte, con la consapevole determinazione che la mafia la si combatte costi quel che costi e che lo Stato siamo noi e va servito fino in fondo, anche se a volte possiamo pensare che non lo meriti”.

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