“Il 41-bis insieme all’aggressione ai patrimoni rappresentano il tallone d’Achille di Cosa nostra. La migliore risposta al tentativo dei corleonesi di colpire il ministro Alfano deve essere esemplare e unitaria: varare il pacchetto antimafia approvato dalla Camera e adesso alla valutazione del Senato. Anche sul 41-bis non bisogna mollare la presa. Anzi è necessario inasprirlo ancora di più. Sia chiaro: il carcere duro non lede i diritti umani, ma impedisce ai boss in cella di stabilire quali estorsioni fare, come riorganizzare la rete di Cosa nostra, quali collegamenti avere con la parte collusa delle istituzioni e della politica, quali appalti truccare, chi deve salire e scendere nella gerarchia mafiosa e addirittura, come è avvenuto in un colloquio in carcere tra Riina padre e Riina figlio, buttare lo sguardo su un nipotino ritenuto ‘sveglio’ nel senso mafioso del termine”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo del Pd in Commissione giustizia, commentando l’importante operazione della Procura di Palermo che ha portato all’arresto di 6 persone a Corleone.
“Ma – aggiunge – ci sarebbe un’altra scelta che il Parlamento, il Governo, con in testa il Presidente del Consiglio ed il Ministro dell’Interno, dovrebbero valutare: riaprire le carceri di Pianosa e l’Asinara. La legge che abbiamo modificato in Parlamento nel 2009 lo consente. Bisogna avere il coraggio di farlo. Così si risponde a chi vuole rialzare la testa all’interno di Cosa nostra”. “I corleonesi – conclude – non hanno mai smesso di avere un ruolo importante dentro Cosa nostra. I Lo Bue, come è risaputo, hanno avuto una funzione decisiva nella lunga latitanza di Provenzano e hanno svolto in modo abile il compito, non semplice, di tenere le fila tra le famiglie corleonesi. È un errore considerarli come degli ottusi allevatori. Sono violenti, allo stesso tempo capaci nel ricucire antichi rapporti e nel tenere Corleone in una condizione di pax mafiosa”.

Ne Parlano