“Mettiamo un po’ di ordine anche nei termini. Il termine forzatura non è appropriato, perché stiamo parlando di un ddl che è arrivato in Senato 7 mesi fa. Nel mese di aprile, dopo innumerevoli richieste nella commissione Giustizia, abbiamo dovuto votare a maggioranza per poterlo incardinare, di fronte a chi diceva che di quel tema non si doveva parlare. Non ci siamo svegliati ora, sono mesi che chiediamo di affrontare in maniera ordinata in Commissione il ddl Zan. Il presidente Ostellari ha ritenuto di fare 170 audizioni, abbiamo chiesto che almeno quelle svolte alla Camera venissero date per conosciute e che venisse concesso un programma compatto, non siamo stati accontentati neanche in questo tanto che, lo segnalo, le audizioni sono ancora in corso. Ecco perché non è una forzatura: perché stiamo andando avanti da mesi, per questo vogliamo la calendarizzazione in Aula”. Lo ha detto in Aula la senatrice Simona Malpezzi, capogruppo dei senatori del Pd.

“Anche il termine mediazione non è corretto – prosegue Malpezzi – Dal nostro punto di vista tenere fuori dalle tutele e dalle protezioni tutte le persone trans o in transizione, non è una mediazione.  Il ddl Ronzulli-Salvini è completamente antitetico al ddl Zan perché scardina la legge Mancino. Noi andiamo avanti convinti che una data certa conceda il diritto al Parlamento di svolgere il proprio lavoro di legislatore, senza tirare in ballo governo. Non c’entrano le maggioranze vecchie o nuove, la legge Zan è una legge che questo Paese non ha e che persone che rischiano la vita aspettano”.

 


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