“Ministro, con tutto il rispetto, noi avevamo chiesto che questa informativa fosse congiunta con il Ministro Salvini di cui registriamo l’assenza. Eppure è il Ministero dei Trasporti ad avere delle specifiche competenze tra cui quelle sulla Guardia Costiera. Non pervenuto. All’assente gravemente ingiustificato si contrappone la sua eccessiva presenza; non voglio essere maleducata ma in questi giorni lei c’è stato troppo. E, purtroppo, non nella forma che sarebbe stata necessaria se non dovuta e necessaria. C’è stato con troppe parole ma non quelle che avremmo voluto sentire pronunciare. Un Ministro dell’Interno di fronte a una tragedia così grande, dopo il cordoglio arrivato tardivo, avrebbe dovuto concentrarsi sull’accertamento delle responsabilità e sulle proposte che non ci sono ancora state”.
“Non sono state salvate vite umane e il racconto propagandistico e securitario di questo governo si è infranto al largo di Crotone. Ciò che è accaduto a Cutro, lo scaricabarile successivo, l’errore nella catena di comando sono tutti fatti su cui si farà luce, ma c’è un elemento incontrovertibile che ha aperto una ferita profonda nel Paese: quelle famiglie in fuga dall’Afghanistan dei talebani, dal Pakistan degli insanabili conflitti, della Siria bombardata e terremotata, quei profughi provenienti da territori di guerra e disperazione, potevano essere salvati. E in un Paese civile, di fronte alla enormità di ciò che è accaduto, le responsabilità si accertano. Ministro, quei profughi affogati e abbandonati al largo di Crotone non sono carico residuale, come nel linguaggio burocratico a cui ci ha abituato. Anzi, a quei profughi che scappano dalla guerra la Costituzione italiana offre una protezione totale all’articolo 10, nella prima parte dove sono sanciti i diritti fondamentali, come ricordato del presidente Mattarella.
Invece abbiamo assistito da parte sua alla trasformazione delle vittime in responsabili, abbiamo sentito, da parte sua, la descrizione di una disperazione misurabile insieme ad una serie di dichiarazioni e parole disumane che offendono il ruolo che lei ricopre, ministro, e le nostre istituzioni.
Abbiamo provato a suggerirle di rivedere le cose che aveva detto. Lo abbiamo fatto consegnandole anche i versi della poetessa, Warsan Shire che recitano: “Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra. Ci saremmo aspettati che correggesse quelle parole e invece non lo ha fatto.
Speravamo che correggesse almeno qui oggi visto che non lo ha fatto neppure in audizione la scorsa settimane. Ma ci siamo illusi.
Ma in fondo lei è il ministro che ha scritto, quando era in altri ruoli, i decreti Salvini, giudicati poi in parte incostituzionali e che oggi la Lega vorrebbe ripristinare. In fondo lei è politicamente quella storia lì e quindi le sue proposte non possono essere molto diverse. E il fatto che Giorgia Meloni abbia lasciato che il governo venisse rappresentato dalle sue dichiarazioni, così sbagliate, così prive di empatia e umanità, la dice lunga. Oggi è inutile che il governo corra ai ripari con cdm convocato a Cutro o che sventoli un decreto flussi quando ad oggi è stato capace di approvare solo un decreto spot contro chi salva le vite in mare, cioè le Ong”.
Il governo non finga di aver trovato una soluzione in Europa raccontandoci i punti trattati e affrontati come se fosse stata la prima volta: noi non ci siamo dimenticati che questa maggioranza ha sempre preferito la narrazione dell’invasione dei clandestini da contrapporre agli italiani piuttosto che dare una mano per risolvere il problema a livello europeo. E il governo allora ci dica quali soluzioni intenda proporre. Quelle ispirate ai decreti Salvini del 2018? Quella di Fdi che parla, oggi e solo oggi, di flussi di lavoratori stranieri regolari?
Noi ministro avremmo voluto sentir parlare qui di un nuovo mare nostrum capace di salvare vite in mare. Ma voi non volete affrontare i problemi per trovare soluzioni perché ogni questione diventa una scelta politica che deve generare consenso. Ma salvare vite umane non può essere una scelta politica elettorale perché riguarda tutti in modo universale. E poi mare nostrum costa, dite: questa è la risposta che riceviamo da voi tutte le volte che vi facciamo una proposta e voi ci ricordate che siamo nel tempo della coperta corta. Corta sì, tranne per i condoni di cui avete adornato la vostra iniqua legge di bilancio. Salvare vite non ha prezzo e questo il ministro dell’interno lo dovrebbe dire con forza.
E invece lei ministro ha detto tanto altro, con dichiarazioni che sono eticamente inaccettabili, istituzionalmente discutibili, umanamente offensive.
Vede ministro è per questo che noi le abbiamo chiesto le dimissioni. Lei non ha avuto la sensibilità politica di trarre le conseguenze delle sue parole che non sono degne di un rappresentante delle istituzioni. Avremmo sperato che almeno chiedesse scusa.
Fortunatamente però in tutto questo c’è ancora un’immagina che rimarrà ed è quella nostro Presidente Mattarella, che ha rappresentato lo Stato e le sue Istituzioni- in silenzio davanti alle bare delle vittime: con quel silenzio il presidente ha detto tutto. Ma anche lei purtroppo, invece, ha detto tutto con le sue troppe parole”. Così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi ha concluso il suo intervento dopo l’informativa del ministro Piantedosi.