La commissione Diritti Umani presieduta dal senatore Luigi Manconi sta effettuando una serie di audizioni per raccogliere dati e informazioni tecniche sul carcere duro e al termine presenterà una relazione. ‘Ci sono alcuni aspetti del 41 bis – sottolinea il presidente Manconi – che andrebbero rivisti: le modalità dei colloqui con i familiari e soprattutto con i minori; i criteri applicati alle telefonate che i familiari possono effettuare ai propri congiunti in carcere, che potrebbero ammorbidirsi, mantenendo la comunicazione sotto controllo con i sistemi oggi a disposizione; quelli delle telefonate con i legali’. ‘Il 41bis non è un mezzo per indurre i mafiosi, con metodi forti, a collaborare – è quanto affermato dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che oggi è stato ascoltato in audizione dalla commissione – si è dimostrato uno strumento efficiente, decisivo nella lotta alla criminalità organizzata, e per questo, anche se si possono rivedere alcune sue specifiche applicazioni, non va indebolito. Perché se i Casalesi non esistono più e sono stati sconfitti dallo Stato, se Cosa nostra è stata colpita nei suoi organi vitali e tutti i capi delle organizzazioni mafiose sono stati assicurati alla giustizia, salvo uno, Matteo Messina Denaro, che verrà presto catturato, questo è merito anche del cosiddetto carcere duro’.

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