‘Ci sono voluti quasi sei anni, molto dolore e molta intelligenza da parte dei familiari di Giuseppe Uva per ottenere che, infine, il fascicolo sulla morte dell’operaio 43enne di Varese, avvenuta dopo oltre due ore di permanenza illegale in una caserma dei carabinieri, fosse tolto al pubblico ministero Agostino Abate. Ovvero a chi ha fatto di tutto – illegalità e abusi compresi – per impedire che si arrivasse alla verità giudiziaria su quella morte. Dopo così tanto tempo, l’11 marzo scorso il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’imputazione coatta nei confronti di sei poliziotti e due carabinieri per arresto illegale e omicidio preterintenzionale: il pubblico ministero Abate che, come prevede la procedura, doveva disporre la formalizzazione delle accuse, lo ha fatto in maniera sgangherata, con un provvedimento che presenta molti elementi di ‘illogicità’ e ‘contraddittorietà’. Insomma, una sorta di provvedimento ‘suicida’. Questo ha indotto il procuratore di Varese a sottrargli il fascicolo e ad auto-assegnarselo. Era ora. Già troppi danni Abate ha fatto, innanzitutto alla verità e, poi, all’ordine giudiziario cui appartiene’. Lo dichiara il senatore del Pd Luigi Manconi.

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