‘Ogni giorno come l’ultimo’
‘Grazie a un telefono ‘illegale’ lunedì 17 febbraio ho potuto parlare con Roberto Berardi, il nostro connazionale detenuto e torturato nelle carceri della Nuova Guinea’.
Lo scrive sull’Huffington Post il senatore del Partito democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione straordinaria sui diritti umani del Senato.
Da oltre due mesi, Berardi sta scontando la sua pena in completo isolamento, in una cella di due metri per tre scarsamente illuminata da una piccola finestra, dormendo su un consunto materassino di gommapiuma di appena cinque centimetri,buttato per terra, ricevendo da mangiare una volta al giorno cibo scarso e scadente, avendo a disposizione un secchio d’acqua che gli viene consegnato ogni mattina con cui dissetarsi e lavarsi.
Berardi è dimagrito tra i quindici e i venti chili, soffre di malaria e mai, nel corso della detenzione, ha incontrato un medico o potuto prendere medicinali. Nel corso di questo lungo periodo per tre volte Berardi ha subito violenze: nella caserma dove venne portato dopo l’arresto, nella cella che divideva con altri detenuti e infine, qualche settimana fa, nella cella d’isolamento. I compagni di reclusione, quando anche il poco cibo a disposizione non gli viene consegnato, si danno da fare per farglielo avere e alcuni poliziotti, in cambio di denaro, riescono a portargli un telefono cellulare tramite il quale riesce a rimanere in contatto con i suoi familiari.
‘I tredici mesi di detenzione hanno profondamente provato Berardi – conclude l’esponente pd – senza però intaccare la sua lucidità e fiaccare la sua determinazione. Il racconto delle sue giornate descrive bene la situazione in cui si trova e la forza con la quale reagisce ad essa. Ma vive ogni giorno come fosse l’ultimo’.

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