“Nel 2023 sono stati 3.759 i giovani che dal Veneto si sono trasferiti all’estero, andandosi a sommare ai quasi 35mila che hanno fatto la stessa cosa nei 12 anni precedenti. Si tratta di una vera e propria ‘desertificazione generazionale’ alla quale bisogna purtroppo aggiungere quasi 100mila veneti della stessa età che non lavorano e nemmeno seguono un percorso formativo: i cosiddetti ‘Neet'”. Lo afferma il segretario regionale del Partito democratico, Andrea Martella, nella periodica newsletter inviata agli iscritti del Veneto. Per Martella la “fuga di cervelli” è dovuta “alla scarsa attrattività anche della nostra regione sul piano delle opportunità, sia in termini di retribuzioni che di crescita professionale. Se non vogliamo mettere seriamente a rischio la coesione delle nostre comunità, se vogliamo garantire la sostenibilità dei conti pubblici e la competitività della nostra economia, a livello nazionale e regionale, dobbiamo prendere molto sul serio l’istantanea e correre ai ripari senza perdere tempo”. “Bisogna aggredire – prosegue il segretario dem – una doppia scarsità che crea un effetto perverso, nemico della crescita e della coesione: la scarsità di lavoro, in particolare per giovani e DONNE, e quella di personale rispetto ai profili richiesti dalle imprese. Già con la prossima Manovra, andrebbe avviato un grande investimento per rafforzare l’intero sistema istruzione e garantire maggiori sbocchi occupazionali post studio. E poi, certo, trattenere i giovani sul territorio significa garantire loro opportunità. Anche prima di tutto qui da noi, in Veneto, sono queste le principali leve su cui intervenire, aprendo una grande discussione pubblica con corpi intermedi, organismi di rappresentanza sociale, demografi, esperti, per fermare una emorragia di risorse umane che sta restringendo, in prospettiva, il futuro della nostra regione”, conclude.


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