“Una profonda verità che come ogni anno il Giorno del Ricordo porta con sé è che tutti noi abbiamo bisogno di comprendere e di far conoscere, in primo luogo ai giovani, tutte le pagine della nostra vicenda nazionale.
Nessun luogo, nessun evento, va dimenticato o sottaciuto. È il modo migliore per rendere più salde le ragioni del nostro stare insieme, come Paese.
Le foibe, a cominciare da quella di Basovizza, come per altro verso la Risiera di San Sabba, sono pagine indelebili della nostra storia. Ed è una pagina indelebile l’esodo di tanti cittadini originari dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia, che nel ’47 iniziarono ad abbandonare la loro terra, le loro case, i loro affetti.
Ognuno di noi ha il dovere di ricordare cosa accadde, di riconoscere il sopruso e la violenza di cui furono vittime non solo fascisti, ma anche antifascisti, e semplici civili privi di una particolare convinzione politica. Italiani colpevoli solo di essere tali.
Accadde nelle zone assegnate alla Jugoslavia dopo l’armistizio e la fine delle ostilità. Fu un odio insieme etnico, nazionale e ideologico. Fu il dispiegarsi della violenza del regime di Tito, al quale non mancò sostegno, non mancarono complici.
I morti delle foibe appartengono alla sterminata schiera di vittime dell’intolleranza, dei progetti di sterminio e delle pulizie etniche che hanno attraversato il Novecento e l’Europa, e di una capacità di odiare e di disprezzare di cui, non dobbiamo nascondercelo, anche in questo secolo si fa molta fatica a liberarsi.
Il senso profondo del Giorno del Ricordo è qui, non certo nel tentativo di contrapposizione storica, piegando quelle vicende a visioni parziali e di parte.
Nella comprensione di cosa significa davvero, di quanto è prezioso, vivere in un Paese dove ognuno deve essere libero di esprimere sé stesso, senza la paura di essere discriminato, oppresso, perseguitato”. Così il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Pd del Veneto.


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