“Non solo dal 1° gennaio il caos è totale per 8000 km di costa italiana, dato che senza una norma nazionale che preveda bandi per le concessioni balneari l’occupazione degli attuali concessionari si configurerebbe come abusiva. Non solo sono già avviati ricorsi e denunce per la mancata attuazione della stessa direttiva UE.
Ma ora Meloni e c. vorrebbero addirittura abbindolare l’Europa sostenendo che in Italia ci sono fin troppe spiagge libere e si possono privatizzare quelle senza toccare le attuali concessioni. Dulcis in fundo – si fa per dire – l’atto immorale con cui il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha abbassato del 4,5 per cento i canoni delle attuali concessioni. Il taglio dei canoni, che come è noto sono bassi e fuori da ogni parametro di mercato, è semplicemente uno schiaffo in faccia ai cittadini e a tutte le altre categorie produttive. Si continua a creare una situazione di inaccettabile rendita e differenza con le altre imprese. Quella del governo è una cinica follia che non dà certezze al turismo, ai comuni e a quegli stessi imprenditori e a quei giovani che vogliono investire e intraprendere rilanciando il turismo balneare. La verità è che le politiche corporative della destra non fanno né gli interessi di una industria strategica nazionale come il turismo, né quelli delle imprese che vogliono innovare stando sul mercato e di centinaia di migliaia di lavoratori del settore”. Così in una nota i parlamentari del Pd Antonio Misiani e Andrea Gnassi.


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