“La Meloni aveva promesso di non disturbare chi vuole fare. Con la legge di Bilancio anche questo impegno è andato a farsi benedire: per le imprese, a partire da quelle piccole e medie, la manovra finanziaria è una vera e propria mazzata”. Lo dichiara Antonio Misiani, senatore e responsabile economico Pd. Secondo Misiani “i punti critici sono tanti e pesanti. Il governo ha disatteso le richieste del ministro Urso e non ha rifinanziato strumenti essenziali come il Fondo di garanzia per le PMI, i contratti di sviluppo e gli accordi per l’innovazione. Il taglio drastico delle agevolazioni ordinarie per le ristrutturazioni e l’efficienza energetica delle abitazioni penalizzerà tantissime piccole imprese del settore dell’edilizia e spingerà nuovamente verso il nero e il sommerso. Male anche sulle tasse, perché la proroga per tre anni della deduzione IRES per il costo del lavoro compenserà solo in parte l’aggravio determinato dall’abolizione permanente dell’ACE, mantenendo il saldo della riforma fiscale per quanto riguarda le imprese in territorio fortemente negativo”.
“Cattive notizie, infine, anche per le imprese del Mezzogiorno. Il credito d’imposta ZES viene prorogato per il 2025, ma con una dotazione di risorse dimezzata rispetto all’anno precedente: 1,6 miliardi anziché 3,27. La fine della decontribuzione Sud, a sua volta, comporterà un aggravio del costo del lavoro per le imprese che operano nel meridione di ben 12,4 miliardi di euro nel triennio 2025-2027, di cui 5,9 miliardi nel solo 2025. Una parte di queste risorse confluirà in un Fondo per il finanziamento di interventi volti a mitigare il divario nell’occupazione e nello sviluppo dell’attività imprenditoriale nelle aree svantaggiate ma il funzionamento concreto di questa misura è tutto da definire”. “Nel complesso, il bilancio della manovra del governo Meloni per quanto riguarda il sistema produttivo è fortemente negativo” conclude Misiani. “La politica industriale è totalmente assente e le imprese vengono utilizzate dal governo come un Bancomat, indebolendo le prospettive di crescita del Paese”.


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