Mucchetti chiede di sapere chi autorizzò Madrid a salire in Telco
Massimo Mucchetti non demorde. Il presidente della Commissione Industria del Senato le sta provando tutte per convincere il premier Enrico Letta e il segretario del Pd, Matteo Renzi, che la riforma dell`Opa obbligatoria è un passo essenziale se si vuole che il nostro mercato si avvicini ai modelli più avanzati di democrazia azionaria, dove i soci di minoranza sono trattati come chi comanda al riparo delle scatole cinesi. Non intende scontrarsi con un governo che recalcitra e che motiva la sua ostilità con l`eventuale un giudizio negativo da parte degli investitori stranieri – a causa della coincidenza con l`affare Telco-Telefonica ma promette che ci proverà fin che sarà possibile.
Senatore, l`aver accostato al caso Telco-Telefonica la sua proposta di riforma dell`Opa non ha portato fortuna. Gli ostacoli a questo punto sembrano diventati insormontabili.
«Può darsi, ma io resto convinto che sarebbe una riforma giusta e utile al mercato finanziario e all` azienda. Se Telefonica vuole controllare i destini di Telecom deve pagare il giusto prezzo e dimostrare di avere le risorse per lo sviluppo che la società merita. Esattamente come Enel ha fatto a Madrid quando volle prendersi Endesa. No, non ho cambiato idea».
Perché il governo ha accettato supinamente la soluzione spagnola senza porsi il problema di eventuali alternative?
«Letta sostiene che non si interviene in una partita in corso, altrimenti si rischia di scoraggiare gli investimenti esteri».
Argomento forte, gli investimenti esteri.
«Ma Telefonica dà soldi ai soci di Telco, mica li mette in Telecom».
Davanti ai lavoratori di Telecom che ieri presidiavano Palazzo Chigi lei ha raccontato di un episodio che merita chiarezza, di uno strano incontro con il presidente delle Generali, Gabriele Galateri. Lo può raccontare con poche parole?
«Non fu strano l`incontro, ma quello che dovetti ascoltare. Dopo l`annuncio della conquista spagnola, dato il 24 settembre, il presidente di Generali chiese di venirmi a trovare in Senato. Per due minuti mi parlò di Rc Auto e per un` ora di Telecom. Riconobbe la mia libertà di lavorare alle riforme che credevo, ma mi fece presente che i soci di Telco non erano stati così sprovveduti da non essersi coperti le spalle con le istituzioni. Chiesi chi fosse l`ambasciatore. ‘ Parlai io, a titolo personale’, rispose. Dopo il 24 settembre? ‘Ovviamente prima’. Visite a Palazzo Chigi? ‘Parlai con chi di dovere’».
Chi di dovere? Non dovrebbe essere il governo ad autorizzare operazioni simili?
«Non insistetti, non sono un pm. Informai Letta del colloquio: lui rispose che di Telecom parlò solo con Alierta, a Palazzo Chigi, come riferirono i giornali. D`altra parte, il rappresentante del governo convocato in Senato ha negato per ben due volte, il 25 e il 26 settembre, che l`esecutivo sapesse qual- cosa in anticipo».
E` una versione credibile?
«Non so che dire. Questi sono i fatti. Secondo alcuni, dare informazioni sensibili su società quotate fuori dagli organismi sociali e non a soggetti istituzionali a ciò deputati costituisce insider trading. Non sono così talebano. Ritengo normale che il governo fosse informato in anticipo, ma se così fosse, il governo si dovrebbe anche assumere la responsabilità politica della scelta di fronte al Paese».
Riformare l`Opa adesso potrebbe però essere tín problema, vista la battaglia che si è scatenata anche in Borsa.
«Siamo sicuri che sia una battaglia? Vedo solo un fondo americano, Blackrock, che rastrella azioni Telecòm, essendo il primo azionista di Telefonica e fornitore di Intesa Sanpaolo nonché beneficiario principale del convertendo elargito a soggetti privilegiati senza rispettare le procedure per le operazioni tra parti correlate. Di più, Blackrock prima annuncia di aver superato il 10% di Telecom così da liberare Telefonica dall`obbligo di non acquistare altri titoli fuori da Telco e portarsi oltre la soglia critica del 15%. E poi, udite udite, Blackrock dice che si è sbagliato, che sta sotto i110%. Se nel frattempo Telefonica ha usato la finestra, che facciamo? Sono episodi che provocano brutti sogni».
Per esempio?
«Oggi mi accuserebbero di fare un processo alle intenzioni, ma sono convinto che se non si darà quanto prima una regolata ai comportamenti degli spagnoli, entro breve l`Italia si pentirà di non avere agito per tempo».

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