‘Il Governo corregge la rotta sulle Camere di Commercio. Con l’articolo 9 della riforma della Pubblica amministrazione, palazzo Chigi aveva puntato all’eutanasia delle Camere di Commercio in tre mosse: a) soppressione del diritto camerale, peraltro già dimezzato e comunque assai ridotto; b) progressiva riduzione delle competenze e trasferimento del registro ditte, servizio assai efficiente che rende pubblici i bilanci, i protesti, e gli altri atti societari rilevanti, al Ministero dello Sviluppo economico; c) salvaguardia dei livelli occupazionali. La Commissione Bilancio del Senato ha bocciato questo articolo perché lascia i costi (il personale, che fa parte della pubblica amministrazione, rappresenta il costo principale) e toglie i ricavi aprendo un buco nei conti pubblici’. Questo il commento di Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria di palazzo Madama, apparso oggi sul suo blog sull’iter della legge delega alla Pubblica amministrazione, dove si parla anche di riforma delle Camere di Commercio. ‘Ora il senatore Giorgio Pagliari, relatore sul ddl, – continua Mucchetti – presenta un emendamento che riscrive l’articolo bocciato accogliendo buona parte dell’emendamento che avevo proposto assieme a tre vicepresidenti del Senato (Calderoli, Gasparri, Fedeli), quattro presidenti di Commissione (Chiti, Formigoni, Marinello, Marcucci) e il collega Guerrieri Paleotti, valente economista’. ‘In particolare – sottolinea l’ex vicedirettore del Corriere della Sera – il relatore accoglie tal quale l’obiettivo di aggregare le camere con meno di 80 mila ditte iscritte riducendone così il numero da 105 a non più di 60, il riordino e non la progressiva sparizione delle competenze, il mantenimento del registro delle imprese dov’è, e semmai valorizzandolo. Fatto trenta, sarebbe un peccato non fare trentuno’. ‘Come? – si chiede il senatore del Pd – Aggiungendo l’obbligo di avere bilanci almeno in pareggio e mettendo a frutto, fuori da ogni localismo, il patrimonio delle Camere conferendo gli immobili e i terreni a un fondo promosso da Unioncamere, che potrebbe così attingere a finanziamenti per almeno un miliardo da utilizzare per sostenere l’economia reale, e conferendo le partecipazioni non strumentali a un fondo promosso e gestito dalla Cassa depositi e prestiti, trasformando pacchetti azionari, che oggi servono solo a giustificare piccole poltrone, in leve per l’aggregazione e la gestione coordinata di autostrade, porti, aeroporti’. Così conclude Massimo Mucchetti.

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