Senatore Massimo Mucchetti, martedì prossimo riprenderanno i lavori sulla riforma del Senato. Lei appartiene alla minoranza del Pd che chiede, fra le altre modifiche, di tornare all’elezione diretta dei senatori: che previsioni fa?

«In questo momento la maggioranza del Senato è favorevole a una Camera Alta eletta direttamente dai cittadini in concomitanza con le Regionali».

Renzi invece afferma che avrà i numeri per approvare il testo voluto dal governo.

«A questo mondo tutto è possibile. Però, il numero di quanti hanno sottoscritto emendamenti per l’elezione diretta va ben oltre la maggioranza assoluta. In ogni caso, mi sembrerebbe una triste soluzione approvare una legge co-stituzionale con il 50,01%, puntellato da voltagabbana».

Dunque, se il presidente del Senato farà rivotare l’articolo 2 della riforma…

«Non farà altro che ripetere quanto fece Napolitano nel ’93: come ha ricordato il professor Ainis sul Corriere, da presidente della Camera ammise emendamenti alla legge sull’immunità parlamentare già votata da entrambe le Camere»
.
…si andrà al muro contro muro? O state negoziando?


«Allo stato, il segretario del Pd — e premier—non sta parlando con la minoranza del Pd, ma si sta rivolgendo ai partiti di opposizione e sta cercando di arruolare transfughi di vario genere e provenienza e di diverse ambizioni».

Volete emendare altri punti della riforma: sarete irriducibili anche su quelli?

«Se ci fosse stata una negoziazione, avremmo parlato. Ma, al momento, vedo soltanto il tentativo di una forzatura. Mi auguro ancora che si arrivi a una soluzione, però non può essere una qualsiasi».

Il vostro capogruppo, Zanda, vi chiede di aderire alle scelte della maggioranza del partito, «come avviene nei condomìni e nei Cda».

«Nei Cda ogni consigliere inrterpreta liberamente l’interesse complessivo della società, non ha vincolo di mandato. E risponde personalmente davanti alla legge. Non può dire: me l’ha ordinato la holding. Zanda deve pur esercitare il suo ruolo. Però norme, statuti e regolamenti del Pd e del gruppo lasciano libertà di coscienza su temi etici e costituzionali. Il centralismo democratico apparteneva al Pci. Il Pd non è diverso?».

Renzi parla di urne anticipate se cambiassero le modalità per eleggere i senatori.

«Un aut aut che non esiste. Se Palazzo Madama approvasse l’elezione diretta dei senatori, così come già accade in Spagna e Usa, non verrebbe certo meno la riforma che supera il bicameralismo paritario. Non credo che Renzi si dimetterebbe: come usa dire lui agli altri, se ne farebbe una ragione».

E per voi sarebbe la soluzione migliore?

«Sì. Gli emendamenti non rappresentano un voto di fiducia. Si tratta di materia parlamentare che non coinvolge la responsabilità del governo. E poi, voto anticipato per rieleggere Camera e Senato tali e quali, e con il proporzionale? Ma di che cosa parliamo?».

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