La contrapposizione alle politiche di austerità è una bandiera della sinistra europea, e dunque Silvio Berlusconi sfonda una porta aperta quando critica Angela Merkel. Il problema è che, se Berlusconi se ne fa interprete unico a nome dell’Italia, il contributo del nostro paese a questo riorientamento delle politiche economiche perde peso. Dunque c’è un ruolo specifico del centrosinistra italiano. Enrico Letta, in verità, se lo è già intestato nel suo discorso di investitura, ma ora bisogna saper entrare nel merito delle politiche finanziarie, industriali e sociali. Non possiamo farci scippare questa bandiera’. Massimo Mucchetti, ex vicedirettore del Corriere della Sera e oggi deputato democratico, spiega al Foglio come si può combattere la politica dura della feldmarescialla Merkel proprio nei giorni in cui la Bundesbank, a vario titolo, mette sotto accusa la Bce e il suo presidente italiano Mario Draghi. Nella sinistra europea, come dice Mucchetti, le posizioni del Cavaliere sono molto diffuse. Persino l’opposizione greca, Syriza, durante il fine settimana ha rilanciato l’intervista che Berlusconi aveva concesso al Foglio sabato scorso: bisogna ingaggiare un braccio di ferro, mettere sul tavolo la pistola della possibile disaggregazione dell’Eurozona, non perché qualcuno ci crede ma per spingere verso un radicale cambio di politica economica.
Anche Mucchetti individua, nelle parole del Cavaliere, pur ‘tra la pura propaganda’, qualcosa di possibile. Per Mucchetti la lotta al rigore è possibile, ma è di sinistra e la può fare soprattutto il Pd assieme ai socialdemocratici tedeschi. ‘Che cosa vuol dire usciamo dall’euro? Noi da soli? Ma via! Non serve puntare pistole scariche’, dice. ‘D’altra parte l’Italia non può andare allo scontro frontale con la Germania, ne uscirebbe con le ossa rotte. Deve trovare delle sponde politiche, e puntare su una maggiore integrazione europea per battere il rigore’. Ed è appunto il rigore l’avversario comune. In Grecia, dove le parole di Berlusconi hanno avuto successo, il giornale Avgi, organo di Syriza, ha accusato il Cavaliere di demagogia pur chiedendosi se a questo punto Berlusconi non possa essere invitato al prossimo grande meeting anti austerità che si terrà a fine mese ad Atene. Ma gli alleati sono in Germania, dice Mucchetti. ‘In questo momento, Spd e Cdu si contendono il consenso elettorale. Dunque, di qui a ottobre, difficilmente accadrà qualcosa di nuovo. Aprire agli spendaccioni del Mediterraneo preoccupa il tedesco risparmiatore. Magari l’industriale tedesco no, perché capisce che la nostra crisi minaccia ormai di diventare anche la sua. Ma chi ragiona nei termini della Lega della prima ora – e questo è uno stato d’animo diffuso in Europa – ora ferma tutto. Morale: oggi Berlusconi può sparare paroloni per ottenere titoloni sui giornali. Non è granché. Sembra quasi una campagna elettorale anticipata qui da noi. Vede, la Germania ha un forte senso dell’unità e dell’interesse nazionale. La Merkel ha presenziato ai festeggiamenti per il 150esimo anniversario della Spd. Proprio per questo, lavorando sulle sensibilità diverse, si potrà favorire una svolta. E’ probabile, stando ai sondaggi, che la Germania si ritrovi con una grande coalizione dopo le elezioni. Allora FSpd sarà al governo e nella socialdemocrazia tedesca esistono delle sponde importanti, più aperte verso il sud dell’Europa. Penso al presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ma non solo. Dobbiamo giocare le nostre carte sapendo che l’Italia è un peso medio, mentre i tedeschi sono dei pesi massimi, e che dunque non possiamo prenderli di petto perché perderemmo. Tra il Reno e l’Elba esiste da sempre un partito filo-industriale che è per l’euro ed è pronto a ragionare di forme di mutualizzazione del debito pubblico. E’ il nostro alleato naturale. Poi c’è invece un’area rigorista, quella fino a oggi vincente, tutta proiettata sulla tutela del risparmio, un’area che scommette sulla paura del domani, ma che sta preparando il disastro della Germania del dopodomani’.
Sono i cosiddetti falchi che criticano Draghi. Pende anche un pronunciamento della Corte costituzionale di Berlino sulle scelte della Bce, sull’acquisto di parte del debito pubblico dei paesi in difficoltà. ‘In sostanza, senza farla lunga, a Draghi viene rimproverato di aver fatto del ‘Quantitative easing’ sotto mentite spoglie. Gli viene cioè imputato di avere, di fatto, stampato moneta comprando titoli pubblici. Questo lo si vede dal bilancio della Bce, che ha assunto dimensioni addirittura maggiori di quelle, già enormi, della Federai Reserve. Ma Draghi ha fatto bene’. Il problema dell’Europa è che la Bce non è prestatore di ultima istanza, non è forte come la Fed americana. ‘La Bce va rafforzata, ma per farne il prestatore di ultima istanza vanno cambiati i trattati ed è una procedura incerta e lunghissima’.
 Meglio andare per gradi, dice Mucchetti. ‘Bisogna proseguire con le operazioni non convenzionali, come quelle fatte fino a oggi da Draghi. Ma per rafforzare davvero la Bce serve l’unione politica dell’Europa’. Dopo le elezioni tedesche su cosa dovrebbe insistere il centrosinistra? ‘Fin d’ora dovremmo imparare dal Giappone liberaldemocratico e pure dall’America obamiana. Ma non nel senso che prospettano Alesina e Giavazzi sul Corriere’. Che cosa non va bene in Alesina e Giavazzi? ‘Dimenticano che il motore della ancor fragilissima ripresa americana non è la sconfitta dei sindacati, che erano già morti anche prima, ma i trilioni di dollari messi nel sistema dalla Fed’. E in Italia? ‘Qui il centrosinistra dovrebbe tendere a una rinazionalizzazione del debito pubblico, riducendo il flusso degli interessi passivi pagati all’estero ed entrare nel merito preciso delle nuove politiche a partire dalla costituenda Unione bancaria europea che va modellata avendo ben presenti i nostri interessi nazionali che sono assai diversi da quelli dei paesi del nord’. Un obiettivo immediato per Letta? ‘Il governo di larghe intese dovrebbe concentrarsi sull’Unione bancaria europea per farla in modo che non sia punitivo per l’Italia’.

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