“Hanno un grande significato morale e simbolico le sentenze con cui la giudice Susanna Zanda della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze ha condannato la Repubblica Federale di Germania a risarcire Mirella Lotti, figlia di Giuliano, una delle 12 persone uccise nell’Eccidio nazifascista avvenuto il 23 luglio 1944 in località Pratale presso Tavarnelle Val di Pesa, e Katia e Sergio Poneti, nipoti di Egidio Gimignani, assassinato per rappresaglia il 20 giugno 1944, in località San Donato, sempre a Tavarnelle. Di grande rilievo il fatto che la sentenza abbia definito la Strage di Pratale un “crimine contro l’umanità”. Il risarcimento sarà concretamente liquidabile grazie alle risorse del Fondo appositamente istituito dallo Stato italiano nell’aprile 2022 con il DL 30 voluto dal Governo Draghi”. Lo dichiara il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.
“Personalmente provo una grande emozione – aggiunge – perché mi sono fortemente adoperato in Parlamento, fin dalla conversione del suddetto decreto, affinché le norme di legge fossero il più possibile tali da facilitare il raggiungimento dell’obiettivo di rendere piena giustizia alla memoria di migliaia di vittime dei crimini nazifascisti e ai loro eredi. Ringrazio per l’impegno profuso in questa battaglia civile il Sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli e gli avvocati Iacopo Casetti e Vittoria Hayun, che hanno assistito con passione e competenza gli eredi di Giuliano Lotti e Egidio Gimignani”.
“Queste due sentenze – conclude Parrini – costituiscono un precedente confortante e di grande peso, che fa ben sperare in merito all’esito di altre cause analoghe a tutt’oggi pendenti. Va detto inoltre che rivestono un’importanza epocale specialmente in Toscana, una regione tra le più colpite dalla furia delle truppe d’occupazione tedesche pervicacemente spalleggiate dai repubblichini. Nonostante le belle notizie odierne, in Parlamento continuerò a tenere la guardia molto alta, perché non tutti gli ostacoli sono stati rimossi, a cominciare da un atteggiamento dell’Avvocatura dello Stato che in più occasioni è risultato estremamente e sorprendentemente discutibile”.


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