Senatore Dario Parrini, esperto Pd di leggi elettorali, marciare divisi a sinistra come propone Dario Franceschini è una buona idea per vincere le elezioni?
«Marciare distinti nel proporzionale ha senso se si colpisce uniti, da Renzi a Fratoianni, nei 221 collegi dell`uninominale».
Ma è anche fattibile con l`attuale legge elettorale?
«Sì. Perché il voto alla lista nel proporzionale si estende automaticamente al candidato della coalizione nell`uninominale. Ciò presuppone che ci sia un accordo tra tutti i partiti del centrosinistra sulla ripartizione dei collegi».
La divisione del centrosinistra nei collegi uninominali ha consentito la vittoria del centrodestra nel 2022?
«È evidente. Nel proporzionale il centrosinistra ha preso 13.8 milioni di voti, il centrodestra 12.3: il punto è che il centrosinistra all`uninominale era diviso in tre tronconi: Pd-Avs-Più Europa; M5S; Italia viva-Azione. Il centrodestra invece esprimeva in tutti i collegi un solo candidato».
Come finì?
«Il centrosinistra si impose in 26 collegi, il centrodestra in 121. Un harakiri. Mai più!».
Molti da Bonelli a Boschi ritengono che l`idea di Franceschini si possa realizzare solo con una legge proporzionale pura.
«Non è così. Anche perché il centrodestra un ritorno al proporzionale puro non l`accetterà mai».
Cosa cambierebbe per il Pd con questo nuovo schema?
«Il leader e le proposte programmatiche dovrebbero contare molto di più in modo da consentire al Pd di arrivare primo con un largo margine ed esprimere così il premier in caso di vittoria della coalizione».
Il centrodestra in questi anni è stato più abile nello sfruttare le leggi elettorali?
«Sicuramente le ha capite meglio. Il caso di scuola è il Berlusconi del `94, che fece l`accordo con Bossi al Nord e con Fini al Sud, mentre i due giuravano che non avrebbero mai governato insieme».
Perché Franceschini fa questa proposta?
«Credo che si sia posto il problema di come rendere gestibili e non dilanianti le differenze personali e politiche che nel centrosinistra ci sono, ma che devono contare meno rispetto all`obiettivo comune di battere la peggiore destra di sempre».
Queste differenze la destra le ha sapute gestire meglio?
«Sì, da sempre, anche quando ne ha avute come e più di noi».
È realistico sperare che Forza Italia si sfili dal centrodestra?
«Lo escludo. È rassegnata ad agire come partito subalterno e gregario di Fratelli d`Italia all`interno del centrodestra».
Oggi la destra sembra imbattibile.
«Lo è se si rifanno gli errori del passato. Se saremo più lucidi e responsabili no».