‘Noi abbiamo considerato la ricerca di un accordo in materia di parità di genere per le elezioni europee un obiettivo da perseguire, perché può permetterci di raccogliere i frutti di una più equa espressione delle preferenze già dalla consultazione del prossimo maggio. E’ un punto di equilibrio al quale, come gruppo del Pd, abbiamo lavorato perché riteniamo comunque utile approvare queste norme alla vigilia della prossima consultazione elettorale europea. Come è noto, noi avremmo voluto altro. Il Pd, infatti, che ha regole interne molto precise in materia di democrazia paritaria ampiamente dimostrate sia dalla composizione dei gruppi parlamentari che da quella del governo, aveva presentato un disegno di legge che prevedeva parità di genere al 50 per cento e la doppia preferenza di genere. Questa era ed è la nostra posizione, che tuttavia non è maggioritaria nell’aula di Palazzo Madama.
L’esercizio della mediazione nelle aule parlamentari costa molta fatica, ed ancora di più lo è quando si affrontano questioni che riguardano le donne, i loro diritti e la qualità della democrazia. L’accordo raggiunto – una norma ‘transitoria’ per le prossime elezioni di maggio per il 2014, con l’annullamento della terza preferenza se non si rispetta l’alternanza e, a partire dal 2019 la presenza paritaria nelle liste, l’alternanza nel ruolo di capolista e la preferenza di genere con seconda e terza preferenza annullate se il principio non viene rispettato – costituisce certo una mediazione, ma sancisce finalmente per legge un diritto che nelle norme per le elezioni europee non era finora riconosciuto. L’alternativa era un nulla di fatto.
Per questo riteniamo che il risultato raggiunto sia comunque un passo importante che ci darà la possibilità, nella prossima discussione sulla legge elettorale per le elezioni politiche nazionali, di lavorare per ottenere una concreta e reale parità di genere nella composizione del futuro Parlamento. Per il Pd questo è e rimane un impegno fondamentale per il quale ci batteremo nell’aula di Palazzo Madama’. Lo afferma un comunicato diramato dall’Ufficio stampa del gruppo del Pd al Senato.