‘Serve tracciabilità per arrivare al target del 95% riciclo e generare green economy’
‘Il settore del riciclo dell’automobile in tutte le sue componenti ha un ampio margine di sviluppo per la green economy, che può generare lavoro e valore aggiunto. Ma è necessario combattere il traffico illecito e tracciare meglio i rifiuti, per arrivare dall’82% di riciclo di oggi al target del 95% dettato dall’Ue e non incorrere in una procedura di infrazione. E’ quanto emerge dall’audizione di Mauro Grotto, presidente dell’AIRA (Associazione industriale riciclatori d’auto), nella Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti’. Lo dice la senatrice Laura Puppato, capogruppo del Pd nella Commissione Ecomafie.
‘Si tratta di un mondo che vale già adesso 2 miliardi di fatturato e oltre 1000 addetti – prosegue Laura Puppato – a testimonianza dell’importanza che ha, nella green economy ma anche per l’occupazione e per il PIL, la filiera del riciclo per il recupero della materia prima, in questo caso i materiali ferrosi e gli acciai. Sono però urgenti modifiche al sistema di tracciabilità dei rifiuti, perché metà del parco auto italiano sparisce ogni anno: sono 750 mila i veicoli esportati, spesso dopo essere stati smontati da autodemolitori borderline. La pesatura dei pezzi in entrata e in uscita é una delle necessità per avere una corretta contabilità ambientale. Oggi solo il 10% degli impianti sono assoggettati all’Autorizzazione Integrata Ambientale, che prevede Autocontrolli e controlli della P.A. e rispondono ai requisiti europei: un gap da sanare. Così come vanno tenuti d’occhio i porti del Nord, più disinvolti – conclude Laura Puppato – dove i materiali provenienti dal nostro mercato arrivano spesso sotto la dicitura fasulla di masserizie’.
‘Si tratta di un mondo che vale già adesso 2 miliardi di fatturato e oltre 1000 addetti – prosegue Laura Puppato – a testimonianza dell’importanza che ha, nella green economy ma anche per l’occupazione e per il PIL, la filiera del riciclo per il recupero della materia prima, in questo caso i materiali ferrosi e gli acciai. Sono però urgenti modifiche al sistema di tracciabilità dei rifiuti, perché metà del parco auto italiano sparisce ogni anno: sono 750 mila i veicoli esportati, spesso dopo essere stati smontati da autodemolitori borderline. La pesatura dei pezzi in entrata e in uscita é una delle necessità per avere una corretta contabilità ambientale. Oggi solo il 10% degli impianti sono assoggettati all’Autorizzazione Integrata Ambientale, che prevede Autocontrolli e controlli della P.A. e rispondono ai requisiti europei: un gap da sanare. Così come vanno tenuti d’occhio i porti del Nord, più disinvolti – conclude Laura Puppato – dove i materiali provenienti dal nostro mercato arrivano spesso sotto la dicitura fasulla di masserizie’.