«Le parole del presidente Busia rappresentano un grido d’allarme che non può restare inascoltato. La corruzione oggi è più subdola, più tecnologica, più internazionale. Eppure l’Italia, invece di rafforzare gli strumenti di contrasto, sta smantellando pezzo dopo pezzo le sue difese. È un pericoloso arretramento che mina la fiducia dei cittadini e apre varchi alla criminalità organizzata». Lo dichiara la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e lotta alle mafie per la segreteria nazionale Pd, intervenendo a commento delle dichiarazioni del presidente dell’ANAC Giuseppe Busia.
«La cancellazione dell’abuso d’ufficio, il ritorno di norme che permettono opacità negli incarichi pubblici, la debolezza dei controlli negli appalti: tutto questo non è semplificazione, è un via libera a interessi opachi e conflitti di interesse inaccettabili – prosegue Rando –. Come ha sottolineato Busia, siamo di fronte a una corruzione che non ha più bisogno di mazzette, ma sfrutta strumenti sofisticati, dalle criptovalute alle triangolazioni internazionali, per aggirare regole e alterare le scelte pubbliche. In certi casi – ed è gravissimo – si punta perfino a condizionare la produzione normativa».
Per la senatrice dem, la risposta non può che essere sistemica: «L’Europa sta lavorando a una nuova direttiva anticorruzione che rappresenta un’opportunità storica. L’Italia – conclude – deve essere in prima linea, non fanalino di coda. Servono regole chiare, controlli efficaci, una cultura della trasparenza, e soprattutto il coraggio politico di rimettere al centro legalità e giustizia sociale. Perché dove c’è corruzione non c’è democrazia, non c’è merito, non c’è futuro».


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