Il Senato premesso che,

la tragedia in atto nel Mediterraneo in queste ore, a causa del ripetuto rovesciarsi di barconi carichi di persone disperate in fuga da guerre e persecuzioni nei propri paesi, sta segnando un punto di non ritorno sia per l’elevatissimo numero di vittime, tra cui numerose donne e bambini, sia per il grado sempre più elevato di crudeltà e cinismo con il quale stanno agendo le organizzazioni criminali e i trafficanti di esseri umani; più volte Governo e Parlamento hanno chiesto con forza che l’Europa tutta intervenga a fermare questo massacro, ribadendo che il nostro paese non può e non deve essere lasciato solo nella gestione di un fenomeno che, ormai, sta acquisendo le dimensioni di un vero e proprio esodo, mentre appare urgente un sostegno a tutti quei Comuni, e a tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati in prima linea nel fronteggiare quest’emergenza umanitaria; secondo i dati riportati dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni, con oltre 1.750 decessi dall’inizio dell’anno, il bilancio di migranti morti mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo risulta essere stato di oltre 30 volte superiore a quello registrato l’anno scorso, mentre secondo una stima dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) nel 2014 il Mediterraneo era già emerso come la rotta più mortale al mondo; giovedì 23 aprile si riunisce il Consiglio europeo anche grazie alla richiesta del Governo, e in particolare del nostro Presidente del Consiglio che nei colloqui avuti in queste ore con i leader europei, ha chiesto con urgenza la convocazione di un vertice straordinario sul tema dell’immigrazione, perché come affermato anche dallo stesso Presidente del Consiglio Ue, “non possiamo accettare che centinaia di persone muoiano quando attraversano il mare verso l’Europa”; nelle more del Consiglio europeo straordinario, il Commissario agli Affari interni e all’immigrazione Dimitris Avramopoulos ha presentato frattanto ai ministri degli Esteri e degli Interni, riuniti in una sessione congiunta a Lussemburgo, un piano in 10 punti per affrontare l’emergenza immigrazione, prevedendo tra le altre cose, il raddoppio dei mezzi e del budget a sostegno dei paesi più coinvolti e un rafforzamento di Triton; alla luce dei primi resoconti che stanno emergendo sulle tragedie in atto, occorre affrontare innanzitutto il nodo dei nuovi trafficanti di esseri umani, impostando una risposta efficace dell’intera comunità internazionale, che tramite ‘operazioni mirate’ – ossia l’organizzazione di missioni di polizia con alto contenuto di specializzazione – consenta un’azione strategica per arrestare questi nuovi trafficanti di schiavi, sempre più privi di scrupoli; proprio sotto questo profilo appare assai dubbia l’efficacia, ventilata da alcune forze politiche, dell’attuazione di un possibile blocco navale – un tipo di azione militare finalizzata a impedire l’accesso e l’uscita di navi dai porti di un territorio, che rischierebbe di offrire un ennesima opportunità agli scafisti che si limiterebbero a mettere le barche in mare, lasciandole andare al loro destino, e costringendo invece gli autori del blocco a rincorrere i migranti per tentare di salvarli; è evidente, infatti, che non è attraverso la mera militarizzazione dell’area del Mediterraneo che si riuscirà ad evitare che il mare diventi un cimitero a cielo aperto, mentre una risposta efficace e duratura nel tempo non potrà che passare dalla soluzione di alcuni nodi politici cruciali, nei paesi rivieraschi, e in particolare in Libia, che sempre più dovrà diventare una priorità della stessa politica estera europea:-
impegna il Governo, a negoziare, in sede di Consiglio europeo, l’adozione di adeguate e urgenti misure volte a fronteggiare efficacemente l’emergenza migratoria nel Mediterraneo, tra cui l’inasprimento della lotta alla tratta e al traffico degli esseri umani per mezzo di un’operazione europea in grado di contrastare efficacemente questa nuova forma di schiavitù;
ad adottare ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi europee volta a condurre al rafforzamento del dispositivo europeo di sorveglianza marittima “Triton”, sia in termini finanziari sia in termini di capacità aero-navali impiegate, affinchè esso svolga non solo una vera e propria azione di pattugliamento ma sia in grado di mettere in atto iniziative di salvataggio e anche di contrasto al traffico di esseri umani;
ad adottare, nelle opportune sedi europee, iniziative volte ad introdurre meccanismi di “burden sharing” tra gli Stati membri impegnati nello sforzo di accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, anche attraverso ipotesi di redistribuzione sul territorio europeo dei richiedenti asilo, in base ad una chiave di ripartizione che tenga conto delle effettive capacita di accoglienza;
a favorire, nelle opportune sedi europee ed internazionali, tutte quelle azioni ritenute necessarie ad approfondire il dialogo e la cooperazione con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori – in particolare i paesi africani, nel quadro dei processi di Rabat e di Khartoum – nonché tutte quelle iniziative volte a contrastare i crimini legati alla migrazione irregolare (tratta e traffico di esseri umani), valorizzando al contempo l’apporto che un fenomeno migratorio ben regolato allo sviluppo economico dei Paesi di provenienza dei migranti;
ad accentuare l’azione politico-diplomatica nei confronti di paesi amici, diversamente collocati nel rapporto con le forze politiche libiche, affinché esse favoriscano l’azione dell’ONU per arrivare in Libia ad un governo di intesa nazionale;
ad aprire una riflessione in sede ONU per un salto di qualità nelle politiche di sviluppo economico nei confronti dei paesi del Medio Oriente più bisognosi di aiuto, visto anche l’enorme quantità di rifugiati che si stanno concentrando sul loro territorio.

Zanda Schifani Zeller

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