“Ricordiamo con rispetto la figura eroica
e la tragica testimonianza di Jan Palach, che oggi è un simbolo
universale dell’aspirazione alla libertà. Con coraggio e coerenza
ha compiuto un gesto estremo contro la mancanza di libertà di
parola e di stampa, come disse egli stesso morente. Il suo
sacrificio ha aperto un percorso che ha portato a Havel e alla
democrazia, ha seminato nella sinistra dubbi e dibattito. Il rogo
di Jan e degli altri giovani dimenticati ci ricorda la violenza
ideologica e fisica del regime sovietico e ci ammonisce verso
ogni sistema statuale che annulli l’individuo o ne costringa le
scelte. Anche negli anni più bui, nell’Europa dell’Est è rimasto
vivo un pensiero della pluralità e dell’antiassolutismo che ha
radici nella cultura mitteleuropea”. La senatrice Tatjana Rojc
(Pd), ricorda la figura dello studente cecoslovacco Jan Palach,
morto il 19 gennaio 1969, dopo essersi dato fuoco nel centro di
Praga in Piazza San Venceslao, per protesta contro l’occupazione
del suo paese da parte delle truppe sovietiche che hanno
stroncato la Primavera di Praga.


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