“Questo decreto è un grandissimo pasticcio perché perde di vista la coerenza normativa e va ad incidere sulla certezza del diritto. Sulle intercettazioni per reati commessi con metodo mafioso si è deciso di intervenire con una norma innovativa e non interpretativa, contrariamente a quanto suggerito da molti autorevoli giuristi. Così ora regna l’incertezza sul fatto che si vadano a disciplinare anche le intercettazioni antecedenti con una nuova norma, così rischiando, per assurdo, questioni di illegittimità costituzionale. In questo modo si incide sulla certezza del diritto minando ancora una volta le garanzie. In ambito di giustizia questo governo interviene continuamente su questioni che sono già state affrontate da importanti riforme e anziché pensare eventualmente di migliorarle, solo per motivi ideologici, si comporta come se non esistessero, commettendo errori nella fretta, con il rischio tra l’altro di compromettere i diritti della difesa. Inoltre continuano ad essere approvate norme che prevedono aumenti delle pene. Il ministro Nordio ha recentemente ammesso che è illusorio pensare che l’inasprimento funga da deterrente, ma che risponde al principio dell’allarme sociale. Con questa concezione si va verso un grandissimo e bellissimo populismo giudiziario”.
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