Francesco Russo, senatore triestino del Pd, “lettiano” e docente universitario: da dove ripartono il governo e il centrosinistra dopo lo choc del 4 dicembre?
Ripartiamo dal Paese. Da un enorme bisogno di normalità, di una politica che aiuti ad abbassare i toni e non ad alzare il livello di esasperazione.
Anche Renzi ha responsabilità per questo clima di tensione?
Dobbiamo tutti recuperare umiltà, anche Matteo. Gentiloni ha fatto un bel passaggio al Senato. Umiltà nell`ammettere gli errori, nell`accettare le critiche, nell`ascoltare i cittadini.
Quale errore non si può compiere adesso?
Il guaio grosso sarebbe ripartire alla cieca verso una “vendetta elettorale”. Sia chiaro, il Congresso deve iniziare subito. E sia chiaro anche che a me della pensione non m`importa nulla, è evidente che oltre giugno questa legislatura non possa andare. Però dobbiamo prenderci il tempo di qualche domanda. Perché mai, a maggio o giugno, un cittadino dovrebbe votare il Pd? Su quali parole d`ordine? Le stesse bocciate il 4 dicembre? Con gli stessi identici volti del renzismo visti sinora? Chiaro di no, a voler essere ragionevoli. Non basta un Congresso per reincoronare il Renzi solitario del referendum.
Bisogna fare un passo indietro rispetto alle riforme renziane?
Non bisogna tornare alla sinistra del `900 ma si deve prendere atto di un dato: di fronte al populismo “hard” di Grillo e Salvini, noi non possiamo rispondere con un populismo ” soft” . Salviamo il buono di questa fase ma cerchiamo di capire il senso di essere centrosinistra oggi. Il nostro popolo ci ha abbandonato, i giovani e chi soffre non hanno fiducia in noi.
Lei vorrebbe un Renzi meno “renziano”?
Credo che lui debba ambire ad essere il capitano di una squadra. Non può attirare sempre l`attenzione su di sé e i fedelissimi, altrimenti se cade lui cade tutto. Il Pd ha molti giocatori di talento. Ci sono bravi amministratori, persone che al governo hanno fatto bene. E ci sono volti “meno nuovi” lasciati in panchina.
Anche Enrico Letta?
Anche, perché no?
Bastano i nomi?
Certo che no. Dobbiamo recuperare la presenza nelle periferie. E per me periferie non sono solo i quartieri popolari, sono anche i piccoli commercianti, i giovani che vengono a ricevimento in lacrime e mi dicono che se ne vanno all`estero.
I cattolici del Pd possono aiutare?
Intanto, partendo dalla sobrietà di papa Francesco, potremmo proporre un modello di leadership diversa, umana, simpatica. E poi il nostro solidarismo ci consente di lavorare stando “in mezzo”, non “sopra” gli altri.