“Per la prima volta in materia di missioni internazionali si registra un’importante novità: da questo provvedimento il Parlamento è chiamato ad affrontare il tema nell’ambito della legge quadro del 2016”. Così il senatore del Partito Democratico Gian Carlo Sangalli, capogruppo in Commissione Esteri, illustrando la relazione sul provvedimento.
“La valutazione delle Commissioni Affari esteri e Difesa sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali per l’anno 2017 non solo è favorevole – ha sottolinea l’esponente pd – ma particolarmente positiva per quanto riguarda gli interventi di cooperazione allo sviluppo previsti nella deliberazione governativa che li autorizza. Le aree geografiche di intervento individuate confermano un’azione diretta al contrasto del terrorismo, a garantire la sicurezza dell’area euro-mediterranea, il supporto all’Alleanza atlantica per i rischi provenienti dai suoi confini orientali e meridionali e il sostegno alle iniziative delle Nazioni Unite per la pace e la stabilità internazionali. Per quanto riguarda le iniziative di cooperazione allo sviluppo e gli interventi di sminamento umanitario, il contributo italiano sarà garantito dall’Afghanistan all’Etiopia, dalla Repubblica centrafricana alla Libia, dalla Siria all’Iraq. Non viene tralasciata, inoltre, l’emergenza migratoria: l’Italia continuerà a contribuire alle iniziative europee ed internazionali in tema di migrazioni e sviluppo passando dai 90 milioni di euro, cui andavano sommati 1,7 milioni per la realizzazione di programmi integrati anti – mine, ai 111 milioni previsti per il 2017. Nel complesso il fabbisogno finanziario per l’anno in corso è stimato in 295 milioni di euro”. “Molto rilevante anche il sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza, in particolare per la riconciliazione nazionale e la transizione in Libia, per stabilizzare il percorso democratico in Tunisia e la ricostruzione in Afghanistan, Iraq e Libia, senza tralasciare il supporto a Paesi come il Libano, la Giordania e la Mauritania esposti a rischi di destabilizzazione per il forte afflusso di profughi” ha concluso Sangalli.


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