Sanita’, lavoro, scuola, diritti, politiche di sviluppo: sono quesiti i pilastri degli emendamenti alla manovra presentati dal PD.
“La nostra proposta – spiega Elly Schlein – si base su un’idea diversa del futuro del Paese ed e’ basata su cinque priorità che riguardano: la difesa dalla sanita’ pubblica dai tagli e dalla privatizzazione delle destre”; “l’istruzione e la ricerca come prima grande leva di emancipazione sociale delle persone a fronte di tagli che non si vedevano dal 2008”; “la questione della dignita’ del lavoro e dei salari”; “le politiche industriali che servono a questo Paese anche per accompagnare la conversione ecologica e digitale”; “i diritti sociali e civili insieme. Abbiamo molto lavorato perché ci fosse il segno di alcuni emendamenti con le altre opposizioni, questo li rende più forti. Continueremo a insistere su convergenze ed è molto positivo che ci siano emendamenti presentati insieme“.
“Quella che il governo ha presentato è una manovra recessiva. In questa manovra non ci sono investimenti che puntano al rilancio del Paese, è una manovra di austerità con
tagli e non investimenti – ha aggiunto Schlein – Con questo governo si arriverà al minimo storico di spesa sanitaria sul Pil. Ci sono tagli alla scuola pubblica, all’università e alla ricerca, tagli per 7 miliardi agli enti locali, tagli all’industria e alle imprese“.
“L’economia italiana è ferma. Il contrario di quello che dicono Giorgia Meloni e il ministro Giorgetti“. Lo ha detto il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia, durante una conferenza stampa del partito sulla manovra. “La crescita italiana è al di sotto delle previsioni, ha insistito, chiuderemo allo 0,7%-0,8% (di crescita del Pil, ndr). Nel 2025 non ci sarà l’1,2% annunciato dal governo. Senza il Pnrr saremmo in recessione. In questa manovra non c’è una politica dei redditi. Non c’è uno straccio di politica industriale. E sui conti si va avanti con condoni e concordati per raschiare il barile. E’ una manovra fragile: continuiamo ad emettere titoli di stato a costi maggiori degli altri paesi europei. Annunciate privatizzazioni che diventano svendite. Non c’è nessun investimento se non qualche posta sul Ponte finanziata con risorse tolte alla regione Sicilia e Calabria“.