E’ allarme nei Centri di assistenza fiscale (Caf) dove 557 mila famiglie stanno scoprendo di aver perso il Reddito di cittadinanza senza aver diritto al cosiddetto “Reddito di inclusione” istituito dal governo Meloni. Un’emergenza tale da provocare episodi di violenza nei Caf, tanto che in alcune sedi sono stati rivisti i turni per evitare di lasciare da soli i lavoratori di fronte agli utenti disperati. E’ quanto denunciano i senatori del Pd in un’interrogazione urgente rivolta alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, sottoscritta dal presidente del gruppo Francesco Boccia, dalle senatrici della Commissione Affari sociali e lavoro Sandra Zampa, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Ylenia Zambito, e da tutte le senatrici e i senatori dem. Il gruppo del Pd al Senato chiede al governo “quali misure urgenti intenda adottare per correggere le norme e assicurare, questa volta davvero, sostegno economico, inclusione sociale e rispetto della dignità alle fasce più deboli della popolazione, misure finora solo annunciate, ma mai attuate o attuate così malamente da aver creato questa penosa situazione”.

“Il Reddito di Inclusione – spiegano i senatori del Pd – non ha nulla di ‘inclusivo’, ma ha escluso ben 557 mila mila nuclei familiari dalla possibilità di ricevere un sostegno economico a fronte dei 1.690.000 nuclei beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Si è passati infatti da una misura universale di contrasto alla povertà a una misura ‘categoriale’, che afferma di voler dividere i poveri tra ‘occupabili’ e ‘non occupabili’, ma che in realtà divide i poveri tra persone che vivono in famiglie con disabili, minorenni o ultrasessantenni e persone che vivono in famiglie che non hanno al proprio interno questi soggetti, che lega l’occupabilità di una persona alla sua età anagrafica in modo assolutamente insensato e che introduce un aiuto ‘a tempo’ per i cosiddetti ‘occupabili’ lasciandoli poi al loro destino. A un mese dall’istituzione dell’Assegno di inclusione e del Supporto per la formazione e il lavoro, i fatti stanno rendendo tragicamente evidente quanto vanamente denunciato nell’ultimo anno. I media hanno dato notizia di aggressioni ai danni del personale dei Centri di assistenza fiscale, a causa della disperazione di coloro che scoprono di non avere più diritto ad alcun sostegno economico a causa del cambiamento delle regole. In alcune sedi sono stati rivisti i turni in modo che nessun addetto resti solo o che ci sia una sorveglianza a tutela dei lavoratori. La questione sociale sta diventando sempre più drammatica. La logica ottusamente punitiva delle nuove misure non contrasta certamente la povertà, ma i poveri che hanno la ‘colpa’ di essere poveri e che sono destinati a restare tali, mentre l’indifferenza del Governo diventa un problema di allarme sociale e di sicurezza ai danni di persone che svolgono il loro lavoro”.


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