‘Mi sembra una proposta che non abbia le adeguate fondamenta storiche ed etniche, poichè riformula le regioni in maniera arbitraria. Se l’obiettivo che si pongono i due relatori, ovvero la riduzione degli sprechi e dei fenomeni di corruzione, è condivisibile, è sicuramente da contrastare il metodo: calata dall’alto, senza un minimo di concertazione territoriale. Mi meraviglio, poi, che proprio Morassut, che ha ricoperto anche l’incarico di segretario regionale del PD Lazio, possa fare una proposta che non tenga nella minima considerazione le tradizioni ed il territorio laziale: Viterbo se ne va in Toscana, Rieti in Abruzzo, Frosinone e Latina in Campania. Ma la proposta fa acqua da tutte le parti ed in tutte le zone, come ad esempio il Molise, le Marche e la Basilicata divise in due. Condivido solo i numeri da cui parte questa proposta: ovvero 15 Regioni sotto inchiesta, 494 consiglieri regionali coinvolti, 60 milioni di euro sotto indagine. Questa però è la premessa per gettare le basi per la buona politica, come sta facendo Zingaretti nel Lazio, con l’amministrazione regionale che ha subito intrapreso la via del risparmio con la razionalizzazione delle spese e degli sprechi, aggredendo i costi della politica (vitalizi, indennità, auto blu, supermanager, società partecipate). Ritengo inoltre, nel merito, che questa proposta possa avere forti ricadute negative per la nostra provincia: allontanando Frosinone dall’area economica della capitale si rischia di peggiorare la situazione, mentre invece l’obiettivo che dobbiamo porci è avvicinarci all’area metropolitana di Roma. Infine, se proprio la dobbiamo dire tutta, è opportuno in questo momento un provvedimento che attribuisce a Roma uno status speciale di Regione autonoma, soprattutto alla luce degli ultimi scandali? Ritengo però che non si debbano creare allarmismi inutili nella popolazione, perchè di emendamenti simili il Parlamento ne ha già bocciati otto e credo che questo presentato da Morassut e Ranucci si appresti ad essere il nono’.

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