Piena applicazione della legge 194”. Così la Senatrice Maria Spilabotte esordisce per spiegare i motivi della sua adesione alla mozione per impegnare il Governo al rispetto della legge n. 194 del 1978 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza) presentata alla luce dell’ultima relazione sullo stato di attuazione della legge. Spiega la Senatrice Spilabotte: “I dati che emergono sono molto preoccupanti e pongono una seria riflessione sulla garanzia e la qualità del servizio per l’interruzione della gravidanza. Nella nostra Regione in particolare, visto che in ben 10 strutture pubbliche su 31 non è nemmeno più possibile accedere alle interruzioni di gravidanza a causa dei troppi medici obiettori che anche a livello nazionale sono in aumento con percentuali che arrivano, ad esempio tra i ginecologi, a superare il 70%. Questo fa si che molte strutture ospedaliere, per garantire l’applicazione della legge, devono ricorrere a specialisti esterni convenzionati con un significativo aggravio di spesa per la sanità pubblica; le donne si ritrovano spesso a dover migrare da una regione all’altra o addirittura all’estero; infine, riemerge l’allarmante fenomeno dell’aborto clandestino, una piaga collegata al malaffare che solo la corretta applicazione della n. 194 aveva debellato. Siamo di fronte, dunque, a condizioni che non garantiscono il diritto all’interruzione di gravidanza, e quindi violano il diritto delle donne alla salute, e quello a non essere discriminate, sanciti dalla Carta sociale europea. E’ evidente che risulta necessario valorizzare e ridare piena centralità ai Consultori, quale servizio per la rete di sostegno alle donne e quali servizi primari di prevenzione e di controllo del fenomeno abortivo. Io stessa da anni ho scelto di farmi seguire dal Consultorio di Frosinone che deve essere potenziato, basti pensare che i tempi di prenotazione di una visita variano da tre a sei mesi e questo è inaccettabile. Per questo è fondamentale che il Governo intervenga per garantirne un’effettiva e corretta applicazione della legge a partire dai bisogni delle donne”.

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