“Era la prima volta che visitavo un carcere ed è stata un’esperienza emotivamente molto toccante. Sono stata accolta dal Comandante delle Guardie Penitenziarie e con lui, insieme ad altre persone, ho effettuato una visita della struttura. Ho riscontrato un clima di serenità e rispetto tra guardie e detenuti, ma soprattutto ho notato come si cerchi di attuare il ruolo formativo e rieducativo del carcere. In questo senso, auspico che le scuole possano presentare numerosi progetti in modo da fornire la possibilità agli insegnanti di svolgere il loro lavoro nelle carceri. Un plauso all’organizzatore della biblioteca, che con un impegno volontario sta catalogando tanti libri. A questo proposito mi sento di rivolgere un appello: chi può, devolva i propri libri gratuitamente alla biblioteca carceraria, in modo da incentivare alla lettura i detenuti con un’offerta più ampia. C’è il rammarico perché la nostra provincia esprime una bassissima percentuale di imprenditorialità interessata a valorizzare il lavoro dei detenuti e a sfruttare le opportunità che la legge Smuraglia concede alle imprese. Queste persone hanno bisogno di una alternativa, anche e soprattutto per non incorrere nella cosiddetta recidiva. I dati in questo senso sono abbastanza chiari: il rischio recidiva tra chi impara un mestiere è solo del 2%, contro il 70% di chi non riesce a perseguire un percorso formativo o è privo di prospettive occupazionali. A Frosinone, nonostante un organico ridotto, con una carenza di circa 70 unità, ho constatato che la struttura funziona, grazie soprattutto all’impegno zelante e al grande sacrificio del personale. E’ chiaro che occorrono risorse per migliorare la struttura e per integrare l’organico oggi sottodimensionato: in questo senso mi farò portavoce presso il prossimo Governo perchè intervenga e migliori la vivibilità di questo luogo”.

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